di Vittorio De Feo
Ogni giorno, nonostante la guerra, i Paesi europei versano un miliardo di euro nelle casse di Mosca per comprare del gas. “Bisogna cambiare entro tre anni” spiega il Ministrro Cingolani, “fare a meno di quel 40% di forniture russe, diversificare, spostarsi su altri mercati come quello algerino, aumentare i siti di produzione del nostro Paese. Intanto bisogna reagire all’ingiustificabile morsa speculativa dei mercati che ha fatto schizzare” ha detto Cingolani “rispettivamente di cinque e otto volte i costi di gas ed energia”. Speculazione di mercato da cui a cascata dipenderebbero anche gli altri aumenti. La strategia del governo è quella di sterilizzare quelli del carburante con un accisa mobile che varia con il variare del prezzo del petrolio senza spostamenti di bilancio. I partiti chiedono di fare di più. “Bene la relazione di Cingolani” dicono dalla maggioranza “ma gli aumenti dei prezzi vanno fermati a tutti i costi”. “Serve sostenere i più fragili” il messaggio del PD. I dem ribadiscono l’importanza di un assegno per le famiglie in difficoltà e di un tetto al prezzo dei carburanti. Fermare la speculazione su idrocarburi è priorità condivisa da tutto il centrosinistra e rilanciata da Leu, insieme allo scostamento di bilancio, su cui insistono i 5stelle. E’ anche ai pentastellati che si rivolge Renzi chiedendo che si superino i vecchi veti su impianti e trivelle. “L’Italia rischia di fermarsi” l’allarme di tutta la maggioranza e dal centrodestra i forzisti rispondono proponendo un golden power energetico. Fare nuovo deficit è indifferbile anche per la Lega che insiste sulla necessità di rintracciare tutti gli extra-profitti. Dall’opposizione FDI critica le misure in campo.