Il dibattito sul terzo mandato di Vincenzo De Luca è davvero surreale.
Si scatenano pensatori e filosofi, soffre la politica, si teme per la democrazia.
Non c’è, nel cassetto, una norma che preveda il terzo mandato automatico per chi è al secondo, non c’è una norma che preveda De Luca candidato unico alle elezioni o ancora la cancellazione del turno elettorale per continuare con questa esperienza.
Si discute di una ipotesi che conserva il più elementare cardine della democrazia: decidono i cittadini, lo fanno con il loro voto.
Il terzo mandato è dare la possibilità di scelta agli elettori, è far decidere ai campani se continuare con una esperienza o interromperla.
È legittimo, per essere chiari, che De Luca abbia questo desiderio. Perché si concretizzi è necessario che lo candidi il partito, che lo scelga la coalizione, che lo premino le urne. Non ha senso, allora, questa narrazione idiota sulla democrazia.
Il Consiglio regionale discuta senza timori, non si faccia condizionare da chi, con scarsa lucidità e fuori dalla storia, vede addirittura il rischio dittatura.
Le opposizioni non facciano errori. A loro conviene che De Luca, che una volta ha vinto grazie al tradimento di De Mita e l’altra sull’onda emotiva del Covid, sia bocciato dal voto. A loro conviene far esprimere i cittadini sui dieci anni di governo. Senza paure.
Opporsi al terzo mandato, al netto delle considerazioni sulla democrazia, è consegnare De Luca al martirio. Sarà fargli dire, per una vita, “io avrei vinto”.
Le opposizioni si convincano che l’era De Luca potrà finire con il centrosinistra che si sfila o con una sconfitta elettorale. Ed allora si creino le condizioni perché avvenga.
Decidono i cittadini.