“A fronte delle urgenti misure strutturali chieste al Governo sui prezzi energetici, Confindustria esprime forti perplessita’, nonche’ delusione, su quanto ha deciso ieri il Consiglio dei Ministri”. E’ quanto afferma Confindustria in un comunicato nel quale entra nel dettaglio delle misure criticando “l’indisponibilita’ ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti’ , la non immediata applicabilita’ della rateizzazione delle bollette per gli imprese e il prelievo degli extraprofitti sugli operatori mentre “tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas”.
“L’indisponibilita’ a un taglio strutturale delle accise sui carburanti porta a una limatura per soli 30 giorni di pochi centesimi di accise per litro – sottolinea Confindustria – Certo, e’ una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo e’ ben inferiore agli aumenti in corso. Non si possono continuare a pagare accise sulla crisi di Suez del 1956 o sulla ricostruzione dell’alluvione di Firenze del 1966, per limitarsi ad alcuni esempi di un lungo elenco. Il Portogallo ha appena chiesto alla UE la riduzione dell’aliquota IVA dal 23% al 13%” L’indice viene poi puntato sul meccanismo di rateizzazione delle bollette per le imprese “ai soli mesi di maggio e giugno” che “e’ accompagnata da garanzie pubbliche sui prestiti contratti per fare fronte ai maggiori costi delle imprese”. Si tratta – viene spiegato – di “un meccanismo che da una parte non e’ immediatamente applicabile, dall’altra continua a inondare il sistema nazionale con misure che mal si conciliano con la logica dei flussi mensili, ma soprattutto generano indebitamento per gli operatori senza incidere sul reale problema del costo dell’energia per il settore industriale che questa disposizione non affronta”. Non piace poi agli industriali “il calcolo dei cosiddetti extraprofitti degli operatori che importano e realizzano operazioni di trading energetico”. “Per come illustrato ieri nella conferenza stampa, cioe’ sulla base di indici presuntivi sull’IVA, visto che non e’ ancora dettagliato, si espone nuovamente e oggettivamente al rischio di impugnative costituzionali”, afferma la confederazione degli industriali. “Tutt’altro sarebbe stato – aggiunge Confindustria – un tetto nazionale al prezzo del gas realizzato, invece, sulla base di un’operazione trasparenza sui contratti di import vigenti e sul loro prezzo reale rispetto a quello che si determina ogni giorno sul mercato spot. Tema sul quale va comunque apprezzato che ieri il Governo abbia dotato il regolatore Arera di poteri volti proprio a tal fine. Questo intervento va comunque accompagnato da misure finalizzate a sganciare la valorizzazione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili dal prezzo del gas. Restiamo pienamente fiduciosi che al prossimo Consiglio Europeo il Governo italiano, insieme a quelli di Spagna, Portogallo e Grecia, avanzi misure di intervento comune e strutturale”.