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16 Novembre 2024

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La speculazione sui profughi ucraini: anche 160 euro per raggiungere la frontiera

Di Felice Massimo De Falco

Dopo un viaggio faticoso, la carovana di Mediterranea Saving Humans, Safe Passage in Ukraina, è arrivata Prezmysl, a pochi chilometri dal valico di frontiera tra Polonia e Ucraina di Medyka. Qui, in un ex centro commerciale, c’è uno dei più grandi campi profughi allestito nelle ultime settimane. Dopo 26 ore di viaggio i 130 tra volontari, mediatori culturali, traduttori della comunità ucraina italiana, medici, pediatri, infermieri e operatori sociali hanno scaricato una parte degli aiuti umanitari portati dall’Italia da 3 autobus e 6 van.

Le autorità polacche hanno chiuso il valico di Medyka, per una riorganizzazione del sistema di accoglienza, una procedura che ha portato a un enorme rallentamento del flusso dei profughi verso la Polonia, allungando notevolmente i tempi di passaggio delle persone fuori dalla zona di guerra.
“In molti ci hanno già contattato telefonicamente, grazie al supporto delle mediatrici culturali ucraine aggregate alla missione – spiega Laura Marmorale, capomissione – sono persone che hanno bisogno di un passaggio sicuro in Italia, in particolare a Napoli e a Bologna”.
Ed è più che un sospetto quello di una speculazione a spese delle persone che scappano dalla guerra. “In molti che sono appena usciti dall’Ucraina o che sono ancora a Leopoli e ci hanno contattato per avere un passaggio sicuro, ci hanno spiegato che in tanti, sia polacchi che ucraini, che hanno auto e mezzi di trasporto, chiedono dai 140 ai 160 euro a persona per accompagnarli alla frontiera – denuncia Marmorale – c’è chi lucra sulla vita di queste persone, esattamente come i trafficanti di esseri umani in Libia. Le autorità internazionali devono vigilare sulla speculazione nei confronti di queste persone”.
Oggi, i van carichi di aiuti umanitari lasceranno il confine per dirigersi a Leopoli, dove altre persone in fuga dalla guerra aspettano. I volontari e gli attivisti di Mediterranea procederanno alla mappatura del bisogno delle persone nel centro profughi di Prezmsyl e Hala Kijowska, per organizzare il viaggio in Italia e partire il prima possibile.

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