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19 Dicembre 2024

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“Gli insegnati non vaccinati torneranno in classe dal primo aprile.
Un ritorno che fa discutere”

di Anna Adamo


Il primo aprile segnerà un “nuovo inizio” per i docenti non vaccinati. Questi ultimi potranno, infatti, ritornare in classe dopo lunghi mesi di DAD. Un ritorno che sa di normalità, ma che fa anche discutere.
Se sia giusto o sbagliato permettere loro di riprendere a lavorare nonostante non siano vaccinati non spetta a noi stabilirlo, ma una cosa è certa: il sapore di ingiustizia si avverte più forte che mai e ignorarlo è a dir poco impossibile.
Si, perché del vaccino tutti, chi più, chi meno, abbiamo avuto paura, eppure non abbiamo lasciato che quest’ultima prendesse il sopravvento sul senso di responsabilità e ci siamo vaccinati. Abbiamo visto il vaccino come la nostra unica ancora di salvezza, come l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per combattere un virus che è diventato padrone delle nostre vite. Abbiamo dato fiducia alla scienza. Lo abbiamo fatto per noi, per proteggere i nostri cari, per donare ai ragazzi la normalità perduta il prima possibile.
E no, non si dica che il vaccino la maggior parte delle persone lo abbiano fatto per obbligo, o per il Green Pass, perché non è così. Oltre il Green Pass, c’è molto di più.

Il desiderio di normalità


C’è il desiderio di riavere una vita normale, priva di mascherine e restrizioni.
C’è il rispetto verso noi stessi e gli altri. Ed è inaccettabile sapere ci sia qualcuno che non pensi a tutto questo. É inaccettabile che a rifiutarsi di proteggersi e di proteggere gli altri siano proprio degli insegnanti, coloro i quali dovrebbero dare il buon esempio ai ragazzi.
È questa la scuola che vogliamo? Sono questi gli insegnanti che vogliamo per i nostri ragazzi? Così facendo,cosa insegnamo loro?
Non ce lo si può non chiedere. Così come non ci si può non chiedere cosa accadrà dal primo aprile, quando agli insegnanti non vaccinati sarà permesso avere contatti con i ragazzi che abbiamo provveduto a proteggere nonostante mille paure. No, non si vuole essere contro il ritorno alla normalità, sia chiaro.
Ben venga quest’ultimo, se ci sono le condizioni, ma a patto che non abbia il sapore dell’ingiustizia che, purtroppo, si avverte in questo caso, quando si fa riferimento alla scuola e agli insegnanti. Perché, la verità è che il mancato senso di responsabilità di molti, fa paura, forse anche più del Covid-19. E una normalità avvolta dalla paura non può definirsi tale.
Non è quella che vogliamo per noi e soprattutto per i nostri ragazzi.

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