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16 Novembre 2024

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Le donne ucraine vittime di un orrore senza fine. La Polonia nega loro l’aborto

di Anna Adamo


La Polonia le ha private della possibilità di abortire. Ebbene si, è questa la terribile sorte toccata alle donne ucraine stuprate dai soldati russi a Bucha. Spiegare per quale motivo un popolo debba essere protagonista di così tanto orrore è difficile, a tratti impossibile. Ancora una volta le parole mancano e lasciano il posto al male che, con il trascorrere del tempo, sembra imporsi con forza sempre maggiore, al punto da non lasciare via di scampo.
Tra tutte le incertezze che questa guerra ci sta mettendo davanti, c’è un’unica certezza: quelle donne, ora che sono state private della possibilità di abortire, vittime di uomini senza scrupoli lo sono due volte. É impossibile anche solo pensare che una cosa del genere possa avvenire. Eppure, è questa la dura realtà con la quale sono costrette a scontrarsi.

Violenza su violenza


Alla guerra, nonostante sperino ogni giorno che possa finire, probabilmente si erano anche assegnate, ma alla violenza e all’ essere private della libertà di scegliere cosa fare o cosa non fare, non si può sperare si rassegnino. È vero, prendere una decisione quando si è divisi a metà tra la vita e la morte non è così semplice e, probabilmente, per noi che siamo dall’ altra parte, risulta anche assurdo pensare che quelle donne vogliano negare ad una nuova vita la possibilità di venire al mondo, ma è anche vero che sapere il proprio figlio sia frutto delle violenze subite e possa, una volta nato, vivere circondato dall’orrore, sia altrettanto difficile.
Nessuno può sapere cosa abbiano provato e cosa ancora stiano provando quelle donne.
Perciò, per il semplice fatto di non voler mettere al mondo un figlio, non le si definiscano colpevoli, non lo sono. Non esistono parole che possano descrivere l’orrore di cui sono protagoniste. E noi che abbiamo ancora la fortuna di vivere “dalla parte giusta del mondo”, pur provando ad immaginarlo, non riusciremo mai a comprenderlo del tutto, perché certe cose per essere comprese è necessario le si vivano in prima persona.
Ecco, perché a causa di questa loro decisione non dobbiamo condannarle, non ne abbiamo il diritto.


L’Occidente

Chiediamoci, piuttosto, cosa avremmo fatto noi se fossimo stati al loro posto. Come ci saremmo sentiti se oltre ad essere vittime di violenza, fossimo stati anche privati della libertà di scegliere cosa fare? Sono domande, queste, alle quali non riusciamo a rispondere.
Perché, la verità è che una risposta non ce l’hanno.
La verità è che tra tanto orrore il più grande di tutti è proprio questo, l’ essere privati della libertà. Ed è su questo che dobbiamo soffermarci. E no, anche in questo caso non possiamo negare di avere la nostra dose di colpa.
Si, di tutto quello che sta avvenendo, di tutto quello che il popolo ucraino è costretto a sopportare, colpevole ne è l’ umanità. Lo siamo tutti, chi più chi meno.
Lo siamo a causa della nostra disattenzione, del nostro essere costantemente concentrati su noi stessi, al punto da calpestarlo, il prossimo.
Al punto da non esserci resi conto del fatto che da un momento all’altro sarebbe potuto avvenire qualcosa di terribile. Qualcosa che potrebbe riguardare tutti, tra l’altro.
E ora è tardi. È tardi per qualsiasi cosa. Coloro i quali sono morti non si possono più riportare in vita. Non si può più restituire ai bambini l’infanzia di cui sono stati privati.
E non possono essere più sottratte, quelle donne, dall’orrore della violenza della quale sono state protagoniste. Però, come in ogni caso, anche in questo l’ultimo tentativo è sempre il penultimo, quindi possiamo ancora combattere per far si che qualcosa cambi.
Per far si che siano almeno libere di scegliere se metterli al mondo oppure no, quei bambini, vista la situazione in cui si trovano.

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