Conosco Stefania Craxi da oltre venti anni, mi onora della sua amicizia. Nel mio piccolo sempre al suo fianco nelle battaglie di verità e civiltà.
Una volta, ci conoscevamo da poco, fui particolarmente colpito da una sua riflessione.
Da figlia ribelle disse “ho passato i miei primi quaranta anni a dimostrare che non ero la figlia di Craxi, passerò l’altra parte della mia vita a dimostrare che sono la figlia di Craxi”. Più o meno queste le parole.
Da poco aveva avviato la sua sfida per la verità, le sue iniziative per scrivere pagine di storia non inquinate dalla propaganda e dalle falsità, da poco in campo per dare cittadinanza al pensiero riformista.
Aveva messo da parte il suo animo irrequieto, ha sempre voluto bene al papà ma mai era stata condizionata dalle sue decisioni e dalle sue influenze, è deciso di rispondere alla ingiustizie che erano diventate troppe. Ha contribuito a riscrivere un pezzo di storia di questo Paese, senza di lei molte verità mai sarebbero emerse.
Oggi ottiene, con la presidenza della Commissione Esteri a Palazzo Madama, un riconoscimento importante in un momento decisivo per il Paese ed il consesso internazionale. Hanno scelto i suoi colleghi, hanno riconosciuto il suo impegno.
Farà bene, benissimo. Perché ha un storia che parte da lontano, perché ha rapporti consolidati, perché ha visione radicata nei valori.
Farà bene perché è la Signora Stefania Craxi.