di Anna Adamo
É ispirata all’attrice Laverne Cox, la prima Barbie transgender, che sarà venuta a 40 dollari prima del compimento del cinquantesimo anno di età della star diventata famosa per la sua partecipazione alla serie in onda su Netflix “Orange is the New Black”.
“Per me – ha spiegato la Cox felice ed emozionata- è incredibilmente significativo avere la mia bambola Barbie per tantissime ragioni. Spero che i bambini di tutte le identità di genere possano guardarla e sognare. Lo spazio del gioco,del gioco con le bambole, è lo spazio che sogno e ora i bambini possono sognare con una Barbie Laverne Cox, la prima Barbie transgender”.
Quelle dell’ attrice sono parole di soddisfazione che, però, nascondono tutta la sofferenza provata da bambina, periodo nel corso del quale si vergognava ad avere una Barbie.
Una vergogna, la sua, superata anni dopo grazie alla terapia.
“Sono uscita e ho comprato una Barbie. Ho giocato -ha aggiunto- con lei e l’ho vestita. Questo è stato un modo per curare il mio bambino interiore”.
Quanto detto da Laverne permette di capire quanto sia importante far si che anche i giochi siano al passo con i tempi e rispecchino i modi di essere e di vivere delle persone, affinché mai nessuno si senta escluso o discriminato.
La Mattel, nel corso degli ultimi anni, sembra aver pienamente compreso questo tipo di messaggio. Lo si evince dalla realizzazione di bambole più formose, con diverso colore della pelle e neutre rispetto al genere. Da non sottovalutare è, inoltre, il regolare lancio di nuove Barbie ispirate a figure storiche come la attivista per i diritti civili Rosa Parks e altri personaggi appartenenti al mondo dello sport.
Il messaggio che la nota azienda cerca di lanciare attraverso la realizzazione delle bambole è forte e non lascia spazio ai dubbi. È un messaggio, in un epoca in cui la diversità non è ancora vista di buon occhio e si fa fatica ad accettarla, che sa di speranza. La speranza di poter vivere in un paese in cui l’inclusione sia data da azioni concrete e non da parole che il vento porta via.
“Barbie sa che la rappresentazione è importante e si impegna ad aumentare la diversità tra le collezioni, in modo da far si che sempre più persone possano vedersi riflesse” ha infatti ribadito in una nota l’azienda-.