di Anna Adamo
Parliamo spesso di Resilienza. Ne parliamo come se la conoscessimo perfettamente.
Come se le cose spiacevoli e la capacità di reagire a queste ultime riguardassero solo noi e nessun altro.
Poi, però, in Ucraina è scoppiata la guerra e in un attimo tutte le nostre certezze hanno iniziato a vacillare, la vita ci ha cambiato tutte le domande alle quali fino a quel momento credevamo di poter dare una risposta.
Ed ecco che la Resilienza l’abbiamo toccata con mano e abbiamo capito che non avesse nulla a che fare con ciò che fino a quel momento credevamo fosse.
Si, perché la Resilienza, quella vera, l’abbiamo vista negli occhi di tutti i coloro i quali pur essendo avvolti dalla paura hanno abbandonato il proprio paese d’origine, si sono buttati alle spalle pezzi di vita e hanno raggiunto altri paesi in cerca di fortuna, di un pizzico di serenità.
La vediamo in tutti coloro che, in Ucraina, invece, per i piu svariati motivi sono dovuti restare e ogni giorno rischiano la vita.
Ma, soprattutto, la vediamo in immagini come questa che ritrae una ragazza vestita a festa tra le macerie in occasione dell’ ultimo giorno di scuola.
Una ragazza che ne rappresenta tantissimi altri, i quali non hanno la minima voglia di abbattersi o arrendersi a causa di quello che da mesi sta accadendo nel loro paese, anzi, hanno voglia di combattere,di vivere,di credere che dopo la tempesta torni il sereno e la vita abbia riservato loro una felicità ancora più grande di quella di cui erano protagonisti prima che la guerra fungesse da protagonista nelle loro giornate, dimostrando che, finché c’è vita, c’è sempre speranza.