di Anna Adamo
Elena Del Pozzo è stata uccisa a soli cinque anni. É stata uccisa dalla madre.
Ed è questo che rende la sua, una morte diversa dalle altre, ancora più dolorosa, più inaccettabile. Come si possa anche solo pensare di uccidere una bambina, un essere umano sano di mente non lo sa, a maggior ragione se a compierli, certi gesti, è una madre.
E no, non occorre essere madre per indignarsi dinanzi a quanto accaduto, o per dire che una donna, di cui i figli sono la parte più intima e vera, che si ama più di ogni altra cosa al mondo, certe cose non le farebbe. Proteggere dal male chi si ama, del resto, è una cosa che appartiene a tutti, indipendentemente dall’ essere madre.
Quando ad una persona si vuole bene, che si tratti di un amico, un fidanzato, un marito o un figlio, evitare che gli accada qualcosa di brutto è la prima cosa che ci si preoccupa di fare. Eppure, c’è qualcuno che questo amore innato verso il prossimo non ce l’ha.
É questa l’unica spiegazione che si riesce a dare all’orrore commesso dalla madre di Elena.
Una spiegazione che, però, non ha alcuna giustificazione. A nulla serve sottolineare l’evidente presenza di disturbi psichici o dire che la donna fosse fuori di sé in quell’istante, perché in questa storia c’è qualcosa di più, una verità della quale, almeno per ora, non verremo a conoscenza. Ed è anche per questa ragione che dovremmo astenerci, per quanto assurdo sia stato il suo gesto, dal giudicare quella donna. Perché, non siamo a conoscenza della verità.
IL SILENZIO
Ridurre tutto alla salute mentale di questa madre è riduttivo e probabilmente, non è neanche la strada giusta da seguire. Tocca ai tribunali chiarire quel che è stato e dare sentenze.
A noi, non resta che aspettare e sperare che la giustizia faccia il suo corso, quello capace di far si che certi crimini non restino impuniti.
Però, dobbiamo aspettare in silenzio, da semplici spettatori quali siamo.
Lo dobbiamo ad Elena, affinché possa godere della pace di cui purtroppo, in terra, è stata privata a causa di un brutto scherzo del destino.