Rimane solo Giorgia Meloni a garantire le più elementari regole della democrazia. I Governi di emergenza nazionale, di responsabilità, sono utili in determinate fasi storiche. Quando si allungano, quando devono vivere a prescindere tutto diventa ‘consociativismo’. Si stanca la democrazia, si spegne il dibattito. Si danneggiano gli stessi protagonisti della esperienza perché le eterne mediazioni per tenere insieme le differenze annullano la spinta riformatrice.
E’un male, in queste settimane, non avere il normale gioco della democrazia, più voci, più idee, confronto. Mai nella storia repubblicana i costi della energia sono schizzati cosi, l’inflazione galoppa su cifre preoccupanti. In altre parti d’Europa il dibattito è più vivace, si interviene sull’Iva per mitigare gli aumenti. In Italia il Governo, eppure Mario Draghi avrebbe idee e storia per fare di più, ha scelto misure spot, è lontano da Riforme vere ed interventi strutturali. Capita perché la logica del ‘tutti insieme’ finisce per bloccare tutto.
Ed allora è preziosa Giorgia Meloni. Aiuta la democrazia, stimola dibattito. Ha, lei che non ha governato con Pd e Cinque Stelle, le praterie davanti.
Sarebbe perfetta se solo accompagnasse la destra a lavorare sui diritti, sulla sfera dei diritti da allargare a chi diritti non ne ha. Si può fare senza rinnegare valori e tradizione.
