Guardo. Spio. Ascolto. Leggo. Osservo. Tutti i giorni.
Dal sito dell’Ansa a Dagospia. Da Adnkronos al Fatto Quotidiano. No, no. Non mi spingo così in là. Ma osservo. Tutto.
Anche le coppie sentimentali (tipo Totti e Ilary) e quelle comiche (tipo Conte e Salvini).
Tra le tante cose mi è capitato di leggere la lettera di Babbo Natale di Conte e le promesse di Capodanno di Salvini.
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Venditti.
Ed è così per i populisti. Si possono chiamare Lega, Cinque Stelle, gli Avengers del Futuro, ma in fondo ciò che li contraddistingue è quella adorabile propensione alla proposta irrealizzabile.
Perché il fil rouge che unisce la lettera di Babbo Natale e le promesse di Capodanno è la proposta di abbassare le tasse e, nello stesso istante, “mettere 50 miliardi nelle tasche degli italiani”.
Vi svelo un segreto: lo Stato non ha piantagioni di euro sparse qua e là. Quindi, a naso, questa cosa non si può fare e non è neanche seria da proporre.
Conte e Salvini. Uniti al Governo ieri. Uniti nelle fesserie oggi. Uniti sicuramente in qualcos’altro domani.
“Ma amici mai”. Perché si sa che in politica avere un nemico paga e fa crescere le percentuali. E magari le poltrone.
Un osservatore attento