“Eugenio Scalfari e’ stato un rivoluzionario che ha cambiato il corso del giornalismo italiano”. Le parole di Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, a margine di un’iniziativa sindacale in corso a Trento, sono fra le più indicate per ricordare il grande giornalista.
È andato via a 98 anni, è morto giovedì 14 luglio. Il giornalista e scrittore, fondatore del quotidiano la Repubblica, era considerato tra le firme più prestigiose della stampa italiana.
“Dalla collaborazione con il Mondo alla fondazione dell’Espresso prima e della Repubblica poi, e’ stato – ha detto Lorusso – protagonista di grandi battaglie politiche, sociali e civili che hanno contribuito a migliorare il Paese. Ha tracciato il solco profondo di un giornalismo militante animato da passione civile e spirito riformista, aprendo la strada ad un modello di informazione che e’ diventata un punto di riferimento per larga parte dell’opinione pubblica italiana”.
Le Istituzioni, tutte, lo hanno ricordato. Poi la politica. Senza distinguo.
“Eugenio SCALFARI è stato una figura di riferimento per i miei avversari in politica. Oggi, però, non posso non riconoscergli di essere stato un grande direttore e giornalista, che ho sempre apprezzato per la dedizione e la passione per il suo lavoro”. Così su Twitter il presiente di Forza Italia Silvio Berlusconi.
“Per quanto attesa, la notizia della scomparsa di Eugenio SCALFARI rattrista e addolora. Egli è stato un grande protagonista della vita italiana, uno dei più grandi giornalisti del nostro paese; intellettuale e pensatore di primo piano nella vita pubblica, sempre animato da una grande passione civile e politica. Eugenio SCALFARI è stato un compagno di strada della sinistra italiana per ben oltre mezzo secolo; un amico spesso critico e incalzante, ma che ha condiviso con noi gli ideali della libertà e della giustizia sociale” ha sottolineato, invece, il presidente Massimo D’Alema.