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18 Novembre 2024

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 “A lezione di Politica da un non-politico, Mario Draghi”

Fiducia e serietà. Potremmo riassumere in due parole ciò che Mario Draghi ha chiesto questa mattina al Senato.

Fiducia e serietà. Due attributi che spesso in queste settimane hanno traballato. 

Quello che doveva essere un Governo di unità nazionale, in uno dei momenti più difficili della storia recente, si stava trasformando nel bersaglio propagandistico delle forze populiste.

Chi si è stupito delle dimissioni di Draghi non aveva capito bene la situazione: siamo noi ad avere bisogno di Draghi e non lui di noi.

La nostra predisposizione a pensare che tutto si regga sulla mediazione ad ogni costo pur di conservare le poltrone ( ovvero quella abitudine a saper digerire un governo Lega-M5S e poi un governo PD-M5S con lo stesso Presidente del Consiglio ) è la nostra più grande pecca.

Draghi non è un “politico”, nel senso peggiore del termine. Nel senso che non governa per garantirsi “un futuro”.

Draghi non fa e non farà ciò che risulta comodo per far crescere percentuali di gradimento e i sondaggi. Draghi farà ciò che ritiene giusto. Anche quando è impopolare.

La vera sfida dei nostri giorni, se davvero vogliamo combattere i populismi, non è cavalcare le battaglie popolari ma è portare le battaglie giuste, anche quando queste sono impopolari.

Draghi ha messo i partiti con le spalle al muro. I populismi di destra e sinistra devono fare i conti con la realtà.

Basta proclami, basta poltrone e basta infiltrazioni filosovietiche nella nostra politica interna.

Un osservatore attento

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