“La totalita’ dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verra’ suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Questo rapporto verra’ applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa”. E’ uno dei punti dell’accordo raggiunto tra Enrico Letta, Carlo Calenda e benedetto della Vedova.
I nomi divisivi
“Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)”.
Poi i programmi
“Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell’azione del governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilita’ dinanzi al Paese e all’Europa” si legge ancora nel patto siglato
– “Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del governo, Pd e Azione/+Europa concordano sulla necessita’ di realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea” è scritto.
“Occorre “improntare le politiche di bilancio alla responsabilita’ e le politiche fiscali alla progressivita’, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilita’ e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerita’”. E’ necessario – sottolineano Pd e Azione – “non aumentare il carico fiscale complessivo” e correggere “lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il ‘Bonus 110%’ in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi”. Infine “dare assoluta priorita’ all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae”.