di Marco Antonio del Cogliano Recensioni per Esordienti
Accostarsi allo scritto di Lorenzo Bernardo, studioso, prima che scrittore, eclettico e preparatissimo, dà primariamente il senso della propria finitezza culturale, dinanzi a lemmi incredibilmente aulici incastonati in poesie che riescono a trattare di attualità (ma non solo) con “vesti” antiche.
Un mix sorprendente di originalità, cultura umanistica, visioni politiche ed umane abita all’interno di versi ricercati e termini arcaici, che contribuiscono ad alienare il lettore dal quotidiano, facendo in modo che la sua attenzione sia totalmente dedita alle righe che va via via scorrendo con lo sguardo.
D’altronde, l’aura di “mistero”, inafferrabilità, “allusione” di parti dello scritto è dichiarata sin dal titolo: Il tripode di Delfi era il mezzo attraverso cui la mitica Pizia, sacerdotessa dell’oracolo, entrava in estasi e profetizzava; le parole della Pizia potevano esser più o meno oscure, e toccava al profeta parafrasarle per renderle il più possibile intellegibili ai richiedenti.
Questi carmi di Lorenzo Bernardo, dunque, mantengono integra la connotazione squisitamente misterica, persino iniziatica, da cui per dichiarazione stessa dell’autore – come testimoniato dalla perentorietà del titolo – paiono promanare.
Una lettura per persone colte, certo, ma soprattutto per persone intellettualmente curiose, vivaci, determinate a superare l’ostacolo legato alla apparente impenetrabilità di parte dei testi.
Una silloge che, per originalità ed autenticità, spicca decisamente fra le tante – ben meno significative ed interessanti – presenti nell’attuale panorama letterario.