di Anna Adamo
La vita delle donne afgane è stata devastata dai talebani che, da quando sono ritornati al potere, hanno limitato i loro diritti.
Le ragazze non possono frequentare la scuola oltre il sesto anno e le donne non possono mostrarsi in pubblico. Chiunque infrange le regole viene arrestato e torturato.
A rivelarlo è Amnesty International, che nel suo ultimo rapporto racconta anche ciò che alcune donne hanno detto.
“Hanno iniziato a colpirmi con scosse elettriche sulla spalla, sul viso, sul collo, ovunque – racconta infatti una studentessa afgana arrestata. Mi dicevano che ero una prostituta, una cagna. Quello che impugnava la pistola mi ha detto: ti ucciderò e nessuno riuscirà mai a trovare il tuo corpo”.
Una sorte simile è toccata anche ad una donna che aveva partecipato ad una manifestazione.
IL RACCONTO
“I miliziani talebani – dice – continuavano a venire nella mia stanza e a mostrarmi alcune foto della mia famiglia. Possiamo ucciderli tutti e tu non potrai fare niente. Non piangere e non fare scenate – mi ripetevano. Dopo essere andata a manifestare ti saresti dovuta aspettare che un giorno come questo sarebbe arrivato. Siamo state picchiate sul seno e tra le gambe in modo che nessuno potesse vedere ciò che ci avevano fatto” conclude.
È un racconto che fa gelare il sangue nelle vene.
Assurdo, spregevole, che fa capire, però, quanto, invece, le donne nate dalla parte *giusta del mondo” siano fortunate e libere di poter essere e fare ciò che vogliono.
Ciononostante, quanto sta accadendo a quelle donne, non può e non deve farci restare in silenzio. Ci si impegni per salvarle, per dare loro la vita che meritano e far si siano finalmente libere di essere donnesiano finalmente libere di essere donne.