Vincenzo Maraio, segretario del Psi, ha avuto il grande merito di aver riportato il garofano sulla scheda. Un passaggio dal forte valore simbolico. La rosa mai ha appassionato la comunità socialista rimasta legata alla suggestione del garofano rosso.
Enzo Maraio non solo ha fatto una operazione di restyling grafico ma, negli anni della sua segreteria, ha lavorato al radicamento territoriale del partito.
Ha girato, e non era semplice, in largo e lungo lo stivale. Ha lavorato sempre alla autonomia della comunità socialista. Ha rilanciato i temi storici ed ha rinnovato, ancorato ai valori, le proposte programmatiche dei socialisti. Ha tenuto in vita una comunità.
Ora, fedele al ‘Primum vivere deinde philosophari’ di craxiana memoria, è candidato, in un posto definito sicuro, al Senato della Repubblica con la lista del Partito Democratico.
Poche alterative, per mille ragioni, alla scelta.
Maraio sarà, con i dovuti scongiuri, Senatore della Repubblica.
La sua sfida, quella più impegnativa di questa tornata elettorale, inizierà il 26 settembre. Dovrà dimostrare di essere il segretario che continua nell’azione di rilancio il Psi e non quello della partita personale, non quello dell’appiattimento con il Pd.
L’auspico è che diventi, a tutti gli effetti, il segretario del rilancio e non quello che ha portato il garofano in dote al Nazareno. Sarebbe una maledizione, una offesa alla storia centenaria.
Una scelta senza prospettiva perché l’abbraccio con il PDS, DS, PD mai ha portato benefici. Perché la comunità del vecchio PSI mai ha guardato con interesse quel mondo (se ha votato con più convinzione Berlusconi ci sarà stato un motivo) perché i socialisti, ieri come oggi, sono garantisti ed anticomunisti. Incapaci, cioè, di sopportare un abbraccio troppo stretto dei nipotini di Berlinguer e delle Botteghe oscure, incapaci di digerire i ragionamenti dei salotti radical chic, e l’impostazione più conservatrice ed ideologica della sinistra post tangentopoli che è lontana dal riformismo.
Vedremo.
Maraio ispira, a ragion veduta, tanta fiducia ma la scelta dell’alleanza organica con il Pd, che ha perso – non a caso – un’altra occasione storica per fare nel simbolo un richiamo al socialismo, è indigesta per molti. Troppi.