Ghino di Tacco
“Gli uomini non sono puniti per i loro peccati, ma dai loro peccati” diceva Elbert Hubbard, scrittore e filosofo statunitense.
Domenico De Siano, già coordinatore campano di Forza Italia, pone una questione di forma rispetto alla formazione delle liste per le elezioni politiche.
In Parlamento dal 2010 polemizza con quanti hanno deciso di procedere ad una operazione di rinnovamento e rilancio, Forza Italia in Campania si caratterizza per le new entry, e dimentica il metodo utilizzato quando era alla guida del partito.
Nel 2018, tanto per citare l’ultima tornata alle politiche, lui con Cesaro e con la copertura della Carfagna, fu protagonista di casi eclatanti e scorrettezze autentiche.
Diede rassicurazioni ad Amedeo Labocetta che mai entrò nelle liste. Lavorò alla epurazione, nottetempo, di Nunzia De Girolamo e Giampiero Zinzi. Profili di altissima qualità. A Salerno fece consegnare tutta la documentazione all’avvocato Antonio Fasolino. Era il più votato alle precedenti regionali.
A poche ore dalla consegna delle liste la Carfagna mandava messaggi di rassicurazione a Fasolino e nello stesso tempo organizzava, con De Siano e Cesaro, l’esclusione. Senza preavviso, senza spiegazioni.
Alle regionali successive, proprio perché le politiche non erano un caso, resero (loro che guidavano il coordinamento ) il terreno di gioco impraticabile per Michele Schiano di Visconti e Severino Nappi (poi eletti con altri partiti) mentre a Salerno ‘accompagnavo’ gli anatemi contro quelli più liberi.