di Anna Adamo
Brando ha nove anni e un grande sogno, salire sulla Cupola del Duomo di Firenze, ma la difficoltà che ha nel camminare ne impedisce la realizzazione.
Cinquecento scalini sono davvero troppi per lui e mai riuscirebbe a percorrerli.
Ciononostante, è sbagliato pensare che quello di questo bambino sia un sogno infranto, perché la verità è un’altra.
Nulla e’ impossibile
La verità è che nulla è impossibile se lo si vuole davvero. Nulla è impossibile se si fa squadra, se c’è qualcuno che decide di essere le tue gambe, quelle capaci di percorrere quei cinquecento scalini che ti separano dal sogno.
E il gesto compiuto dai calciatori del calcio storico fiorentino dei Rossi, ne è la dimostrazione, perché senza pensarci due volte si sono offerti di portarlo in spalla fino alla cima della cattedrale per esaudire il suo desiderio, alternandosi lungo la salita. Ad accompagnare il piccolo c’erano anche i suoi genitori e il fratello, il Presidente del Calcio storico fiorentino Michele Pierguidi e dirigenti del colore Rosso.
Fiero ed orgoglioso di quanto accaduto è soprattutto Dario Nardella, sindaco di Firenze, che in un post su Facebook ha manifestato tutta la sua gratitudine.
“Viva la Firenze solidale, quella uguale per tutti, dal cuore grande e dall’animo d’oro – si legge – . Fiero di essere sindaco di questa città”.
Quella di Brando è una storia che commuove, capace di mettere in risalto, in una società in cui si tende a mettere da parte il diverso, a non aiutare chi è in difficoltà, la bontà dell’animo umano. Perché no, non è vero che non esistono più persone buone e capaci di fare la differenza con le proprie azioni.
Esistono eccome, sono solo coperte da chi purtroppo si comporta diversamente e di aiutare il prossimo proprio non vuole saperne.
Ben vengano, quindi, storie come questa che oltre a far capire che nella vita anche l’impossibile può diventare possibile, danno lustro alle tante persone che ogni giorno cercano di fare la differenza stando accanto a chi è in difficoltà.