di Valeria Torri
E’ arrivato il momento dell’anno in cui, qualunque cosa accada attorno a noi, vicina o lontana che sia, per quanto ci si sentaoppressi dalle notizie che provengono da ogni luogo, e oberati dalle preoccupazioni personali e familiari, ci assale l’ansia del Natale.
I preparativi che occorrono per celebrare al meglio questo appuntamento immancabile, che sembra non brillare mai meno dell’anno precedente, resistono a tutto: alla coda della pandemia, alla guerra che arrossisce le guance di chi addobba l’alberofacendo finta di nulla, ma anche al numero desolante dei poveri, sempre più al freddo e sempre più soli.
Il Natale resiste ad ogni attacco, e più di esso, il richiamo all’annosa pratica dei doni.
Insomma, la preparazione delle scatole confezionate coi fiocchi dorati, a campeggiare sotto gli alberi di Natale illuminati di tutte le famiglie, è una pratica irrinunciabile per i bambini di ogni età, da zero a novantanove anni.
Ma se la scelta di cosa regalare ricade su un bel libro, allora il dono è molto più prezioso del suo valore materiale. Le ragioni sono infinite: alle volte un libro diventa un amico che ci fa compagnia; altre, una fonte di ispirazione per sviluppi e crescita personale; può addirittura diventare un’occasione a vantaggio dell’economia circolare: quando lo ricicliamo poiché proprio non ci piace.
Un prezioso strumento ad uso dei lettori per orientarsi tra le molte, moltissime novità presenti sugli scaffali delle (sempre meno numerose) librerie, sono i consigli degli esperti che, quest’anno, secondo le più accreditate classifiche di qualità, celebrano vincitore, per il più bel libro dell’anno, Paolo Giordano con il suo romanzo Tasmania (Einaudi).
Sul secondo gradino del podio si trova Annientare (La nave di Teseo) dell’autore francese Michel Houellebecq; sul terzo, un altro autore italiano, Marco Missiroli, con Avere tutto (Einaudi).
Non scordiamoci però i campioni degli anni scorsi. In ordine cronologico: Emmanuel Carrère con Limonov (Adelphi), JoëlDicker per La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani) poi Donna Tartt con Il cardellino (Rizzoli), Claudio Magris con Non luogo a procedere (Garzanti); quindi Jonathan Safran Foer per Eccomi (Guanda) Richard Ford con Tra loro (Feltrinelli); Javier Marías con Berta Isla (Einaudi); e ancora Sandro Veronesi con Il colibrì (La nave di Teseo), Kent Haruf con La strada di casa (NN Editore) e, per finire, Jonathan Franzen con Crossroads (Einaudi).
Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Del resto qualcuno sostiene che solo in Italia ci siano più scrittori che lettori. E se è vero che chi legge sa sempre di non essere solo, l’augurio per questo Natale è quello che cresca il numero di chi sceglie diallenare la riflessione e lo spirito critico attraverso le pagine di un libro in cui incontrare uno stimolo sorprendente, che investa la ragione o il sentimento.
Non vale forse la pena, anche solo per questo, di aggiungere alle sciarpe, ai profumi, ai gioielli, alle cravatte, un’ispirazione, un pensiero, un’emozione come quelle che solo un buon libro è capace di regalare?
Perciò, a tutti, Buon Natale e buona lettura.