“Io eviterei queste etichette. È ovvio che, visti i nostri trascorsi, io e Raffaele Fitto abbiamo un’interlocuzione fluida con Bruxelles. Ma in generale il governo si sta mostrando molto coeso”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al quotidiano La Stampa, risponde alla domanda se rappresenti l’anima europeista del Governo.
Per Tajani è stato giusto rinunciare alla norma della manovra che aboliva le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti elettronici. “Al di là del merito della questione, bisogna mostrarsi flessibili – spiega -. Se noi giustamente chiediamo flessibilità alla Commissione, ad esempio sul Pnrr, poi dobbiamo mostrarci collaborativi e dialoganti se arrivano richieste da Bruxelles”. E più in generale sulla manovra sottolinea: “Capisco l’effetto che provoca leggere di emendamenti presentati, cancellati o spariti, ma è quello che succede ogni anno. Stavolta poi c’è una differenza: il governo è entrato in carica con la sessione di bilancio già aperta, dovendo destinare quasi tutte le risorse a contrastare il caro energia. L’importante era tenere a posto i conti ed evitare l’esercizio provvisorio: lo abbiamo fatto”.