di Angelo Giubileo
A due giorni dalla morte e dalle esequie in Vaticano del Papa Emerito Joseph Ratzinger, sono già stati versati fiumi e fiumi d’inchiostro circa la testimonianza e il messaggio che Egli abbia inteso lasciare al mondo. Pur essendo riconosciuto da tutti i vaticanisti ed esperti in materia come teologo di chiara fama – non a caso era stato chiamato dal Papa predecessore, Giovanni Paolo II, alla guida della Congregazione per la dottrina della fede -, guardando ai commenti di questi giorni e ancora di queste ore, sembra che il Pontefice tedesco passi alla storia soprattutto per la vicenda delle dimissioni. Certamente un fatto che, così come si è manifestato, rappresenta un unicum nella storia bimillenaria della Chiesa di Roma. Ma, a mio modestissimo parere, anche questa è una vicenda su cui molti scriveranno ancora e quindi molto sarà ancora detto. Quel che dovrebbe sorprenderci, è che tutto questo avviene ed avverrà al di là delle testimonianze parole e messaggi già resi direttamente da Ratzinger! Così che, in qualche modo, ai fatti e alle parole di Ratzinger seguiranno altri fatti e altre parole di dubbia e diversa interpretazione.
Ma, in quest’ora, c’è un fatto che non ha bisogno di due o più parole. Ne basta una soltanto, e cioè un “sì” alla partecipazione al rito funebre di giovedì mattina alle ore 9,30. Stamattina, l’Agenzia d’informazione SIR, alle ore 10,17 ha rilasciato un comunicato in cui è detto che “per volere dello stesso Papa emerito Benedetto XVI, saranno due le delegazioni ufficiali presenti ai funerali che saranno presieduti da Papa Francesco (…) Si tratta della delegazione della Germania, paese natale di Joseph Ratzinger, e dell’Italia, sua seconda patria, come l’ha sempre definita (…) La Sala Stampa della Santa Sede non è in grado di confermare la presenza di altri capi di Stato o di governo, ma se qualcuno verrà lo farà a titolo personale. Cominciano ad essere rese note, intanto, alcune presenze di altri Capi di Stato ai funerali: per la Polonia il presidente Andrzej Duda, per la Spagna la Regina Sofia, per il Belgio il Re Filippo e la Regina Mathilde, per il Portogallo il presidente Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa, per l’Ungheria il presidente Katalin Novak”. A questi nomi, secondo le Agenzie Bluewin.ch e ANSA, si aggiungono per ora i nomi del “Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignazio Youssef III Younan, del metropolita della Chiesa russa Antonij di Volokolamsk e una delegazione del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli”.
E’ naturalmente presto per dare un giudizio definitivo sulla lista dei partecipanti, ma come dicevo – a due giorni dalla morte e dalle esequie in Vaticano – l’elenco ufficiale dei nomi finora comunicato piuttosto dice molto, e – nei tempi attuali della ripresa di una nuova guerra in Europa – in particolare per quanto concerne la presenza già annunciata dei capi religiosi della Chiesa russa e del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Requiescat in pace!