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15 Novembre 2024

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Foro di Nola nel caos: l’appello dell’ avvocato Giugliano: “Spieghino perché non hanno indetto le elezioni”

di Anna Adamo


È una debacle senza fine, quella che, purtroppo, vede protagonista il Foro di Nola.
Ebbene si, i tempi d’ oro che hanno visto l’avvocatura del circondario nolano costituita da grandi avvocati, civilisti e penalisti,  fanno ormai parte del passato. Oggi abbiamo una situazione avvilente, a dir poco assurda, che ha reso nulli gli sforzi di tanti avvocati, che per ottenere il Tribunale a Nola  diedero vita ad una lunga marcia su Roma, ivi si confrontarono con gli organi parlamentari e ministeriali per ottenere un Palazzo di Giustizia che fosse dignitoso e funzionale.
La rabbia è tanta! Forte è il desiderio di ricevere giustizia, di capire come si è arrivati a questo deprecabile stato di fatto.
È intollerabile dover attendere ore fuori alcuni uffici del Giudice di Pace, per accedere all’interno di alcuni di essi.
Che piaccia o no è questa la verità. In realtà gli avvocati del Foro nolano contano sempre di meno, ciò viene aggravato anche dal comportamento dell’ attuale Consiglio dell’Ordine che non sarebbe rappresentativo.
A far luce sulla questione è l’avvocato Aniello Giugliano, ex membro del COA di Nola.
“Per quanto riguarda il civile – dichiara – l’avvocatura è stata messa proprio da parte.
Non vi è più un confronto diretto con i magistrati e con i colleghi. A Nola il tutto è un po’ più accentuato a causa della carenza di organici. È come se fosse un porto di mare. I magistrati arrivano, restano per qualche anno e poi vanno altrove. Questo è uno dei primi problemi su cui l’ordine forense ha sempre dibattuto.
Nota dolente è il non più possibile utilizzo della sala centrale del tribunale. Quest’ultima era un punto di incontro tra avvocati e sede di incontri, convegni, cerimonie e seminari.
Oggi è  occupata quasi totalmente da una sorta di box che gli fa perdere la sua funzione di sacralità. L’averci tolto la possibilità di utilizzare quella sala, la considero una sorta di esproprio che l’avvocatura supinamente ha subito.
La cosa che più fa rabbia di tutto questo è che nessun organo rappresentativo della classe forense si sia lamentato o abbia in qualche modo fatto sentire la propria voce per portare la sala medesima al suo splendore ed alla sua funzionalità. Non è dato sapere da parte di chi, Ministero o Magistratura, sia venuta l’ iniziativa di trasformare il salone; la cosa certa, però, è che l’ avvocatura nolana ha subito un’ usurpazione. Qualcuno ha pure protestato, ma la contestazione dell’avvocato singolo non sortisce di certo l’effetto desiderato, non viene ascoltata!”
La situazione è più complessa di quanto si possa immaginare, dalle parole dell’avvocato si evince chiaramente, così come è pacifico che si sia arrivati a questo sfascio, perché i consiglieri dell’ordine non vogliono scontri e non intendono polemizzare con la magistratura nolana.
Quello di Nola è – secondo alcuni – un Consiglio dell’Ordine assente, non predisposto a lottare per i diritti degli avvocati, per dare a questi ultimi la dignità che meritano.
Il tribunale nolano ha contribuito allo sviluppo del territorio e dell’ avvocatura del circondario. Passato glorioso che è stato offuscato dalla decisione dell’ attuale Consiglio dell’Ordine di non indire le elezioni nonostante le indicazioni del CNF.
“È bene rammentare, aggiunge l’ avvocato Giugliano – che in passato il Consiglio nolano ha redatto il regolamento forense che è stato preso d’ esempio da quasi tutti gli Ordini nazionali. In esso ad esempio venivano previsti il divieto di doppio mandato, le modalità di istituzione della formazione forense e le indicazioni sulla disciplina che non poteva, per una questione di imparzialità, rimanere ad appannaggio degli ordini territoriali.
La storia dell’avvocatura nolana merita di rimane da esempio e non minata da meri giochi di potere. Per avere dignità, tanti avvocati hanno davvero combattuto per ottenere e far sviluppare il tribunale di Nola.  Come Ordine sono stati indetti anni di sciopero per il rispetto dei diritti e della figura dell’ avvocato nel processo. Eravamo compatti nella lotta. Oggi, a causa del comportamento dell’ attuale Consiglio, è come se il passato si fosse vanificato. Si sta facendo ridere tutta l’Italia, perché quello nolano è l’ unico Consiglio che non ha indetto le elezioni, violando, senza alcuna giustificazione, provvedimenti del suo organo superiore, l’ avvocatura ha bisogno di unità e coesione; essa ha bisogno di ritornare rappresentativa”.

“I giovani – prosegue – avvocati stentano a sopravvivere ed hanno, da parte degli organi giurisdizionali, una scarsa considerazione. Sembra che oggi l’ avvocato sia considerato una figurina nell’ambito del processo. A mio sommesso avviso, chi va a rappresentare deve essere predisposto a farsi anche dei nemici, se non si è predisposti a questo non si può rappresentare la dignità di una persona;  in questo caso la dignità dell’avvocato nell’ambito del processo e come soggetto di rilevanza sociale.
Qualcuno spieghi alla classe il motivo per il quale non sono state indette le elezioni. Cosa hanno in testa? Ribadisco che non sono predisposti al confronto, ne allo scontro.
Non vi sono parole per descrivere la situazione attuale; lo sconforto ha preso il sopravvento sull’ entusiasmo di rappresentare i diritti delle persone”.


“Secondo me – conclude l’avvocato Giugliano – dovrebbero indire le elezioni, quelli che ci sono adesso per i giorni a venire non si possono considerare più consiglieri.
È inaccettabile che la magistratura ( TAR) debba inserirsi nell’ indirizzo rappresentativo e politico della classe forense; non devono dimenticare e far finta di non capire che il precedente del CNF ha pure rilevanza giurisprudenziale. È assurdo che il comportamento dell’ organo rappresentativo dell’ avvocatura debba essere giudicata dalla magistratura. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola avrebbe dovuto almeno spiegare il motivo per il quale non ha indetto le elezioni.”
Quanto dichiarato dall’ avvocato fornisce una chiara visione della situazione che regna nell’ ambito della classe dirigente nolana.
L’attaccamento alla carica è palese.
Non è facile comprendere cosa accadrà; l’unica cosa certa è che l’indignazione è tanta e molteplici sono gli avvocati che non hanno intenzione di mollare, perché desiderano restituire al Foro nolano lo splendore e la gloria di cui è sempre stato protagonista.

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