Sul volo di ritorno dall’Africa con “Corriere della Sera” PAPA Francesco, interviene su più temi. Parte dalle cronache più recenti riguardanti il Vaticano, nello specifico la morte del suo predecessore, Benedetto XVI: “Ho potuto parlare di tutto con PAPA Benedetto, scambiare opinioni, e lui era sempre al mio fianco, appoggiando, e se aveva qualche difficoltà me la diceva e parlavamo e non c’erano problemi. Una volta ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, ho detto che il matrimonio è un sacramento e noi non possiamo fare un sacramento, ma c’è la possibilità dell’unione civile. Una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di PAPA Benedetto, è andato da lui e ha fatto una denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello, ha detto: spiegatemi questo. Loro l’hanno spiegato, e così è finita la storia. Per dire come si muoveva Benedetto quando c’era una denuncia. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, direi che è gente che non ha etica, gente di partito e non di Chiesa”. Capitolo Ucraina: “Io sono aperto a incontrare entrambi i presidenti, dell’Ucraina e della Russia. Se non sono andato a Kiev è perché non era possibile in quel momento andare anche a Mosca. Quel gesto non è stato pensato e le cose non pensate non le puoi ripetere. Ma non è l’unica guerra, vorrei fare giustizia: da tredici anni la Siria è in guerra, da dieci lo Yemen, pensiamo al Myanmar, alla povera gente Rohingya, e in America Latina”. Infine, sul tema dell’omosessualità: “La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema in almeno 50 Paesi nel mondo, in una decina c’è la pena di morte. Non è giusto, le persone di tendenza omosessuale sono figli di Dio. Condannare così è peccato”.