“C’è una domanda, a seguito della pubblicazione del rapporto annuale Formez, che si rincorre sulle pagine dei giornali e tra i corridoi dei Ministeri e delle Istituzioni pubbliche: vi è una fuga di cervelli dalla pubblica amministrazione? E, se così è, quali ne sono le cause e, ancor più, i rimedi? Domande queste che richiedono una risposta urgente e ponderata, vista l’importanza che la presenza di dipendenti pubblici ben preparati riveste nella fase di avvio e di attuazione del Pnrr”. Lo scrive sul Messaggero Paola Severino, Presidente della Scuola Nazionale dell’amministrazione (Sna).
“Se ci si ferma ad un dato generico ed onnicomprensivo, si può rimanere sconcertati dal fatto che tra i 124 bandi che si sono concentrati nel biennio post-pandemico (2021-2022) sia rimasto scoperto il 16,5% dei posti messi a concorso – spiega – Il dato però non è di per sé esaustivo, se non si considerano alcune componenti sociologiche, geografiche, economiche che si intrecciano in un così complesso fenomeno”.
Molti candidati (circa il 41,5%) “hanno presentato domanda in più di un concorso” e “una parte di essi ha quindi potuto scegliere tra più destinazioni – aggiunge -. Si è dunque verificato un inedito fenomeno di concorrenza tra istituzioni pubbliche, alcune delle quali sono state valutate più attraenti di altre. In questa scelta sono stati certamente determinanti gli elementi della sede e della tipologia di contratto”. Tra le altre criticità, “non si riesce invece a trovare un equilibrio tra domanda ed offerta quando si passa ai profili di esperti in tecnologie, digitalizzazione, progettazione informatica”. Per trovare una soluzione più stabile occorre che ci mobilitiamo tutti”.
“Serve uno sforzo collettivo volto a realizzare l’interesse della collettività – conclude – a sollecitare, proprio in questo delicato settore, una convergenza e non una fuga di cervelli” conclude.