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15 Novembre 2024

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La campionessa italiana di danze paralimpiche Gandolfo: “Il sesso? Il corpo non e’un ostacolo”


di Anna Adamo

Tra i tanti pregiudizi che ruotano intorno al mondo della disabilità ve ne è uno che risulta quasi impossibile da rompere, ossia quello legato al sesso, lo si evince dal fatto che purtroppo ancora oggi sono in tanti coloro i quali credono che le persone con disabilità non possano avere rapporti sessuali.
Una credenza, questa, che sembra, come giusto che sia, infastidire non poco chiunque abbia una disabilità. Ad accedere i riflettori sul tema, con l’ intento di buttar giù qualche tabù, è la tiktoker siciliana e campionessa italiana di danze paralimpiche Roberta Gandolfo.

Che rapporto hai con il tuo corpo e con la sessualità? Come la vivi?
Con il mio corpo ho sempre avuto un rapporto contrastante.
Ci sono giorni in cui mi vedo bene e altri in cui credo che la mia disabilità possa ostacolarmi. Queste mie insicurezze spesso si ripercuotono sui rapporti con le altre persone, soprattutto con quelle di sesso maschile.
Sono del parere che chiunque abbia il sacrosanto diritto di realizzare i propri desideri, soprattutto quelli sessuali, con la persona giusta.
Personalmente, quando mi rendo conto che con una persona si sta per passare all’ atto sessuale subentra la paura di non essere abbastanza. Quindi, un ruolo fondamentale lo gioca chi mi è accanto, tocca a lui privarmi di ogni insicurezza e farmi vivere serenamente il momento.

Di cosa ha bisogno una persona con disabilità per fare sesso così come le persone normodotate?
Una persona con disabilità durante i rapporti sessuali deve innanzitutto sentirsi sicura, proprio come una persona normodotata. Non bisogna avere alcun timore. Agire in questo modo aiuta anche il partner a non sentirsi in difficoltà. Deve avvenire tutto con estrema naturalezza.

Quali sono le maggiori difficoltà alle quali una persona con disabilità deve far fronte nell’ avere rapporti sessuali?
Una delle maggiori difficoltà, che dipende sempre dal tipo di disabilità da cui si è  affetti, alle quali bisogna far fronte è rappresentata dal fatto che non si possa fare tutto, soprattutto quando di mezzo c’è una disabilità fisica, perché metterci in determinate posizioni può contribuire a farci del male, visti i movimenti limitati che abbiamo. Bisogna trovare l’incastro giusto per far si che riusciamo a vivere al meglio questa esperienza.

In molti ritengono che le persone con disabilità non possano avere rapporti sessuali. Cosa, secondo te, li spinge a pensarla in questo modo?
La sessualità, purtroppo, quando se ne parla facendo riferimento ad una persona con disabilità, diventa un tabù. I normodotati pensano che i disabili non possano avere i loro stessi desideri sessuali, perché sono ignoranti, hanno il cuore marcio e cercano solo la perfezione estetica dimenticando che, in realtà, prima di un corpo perfetto c’è l’anima, ed è quella che deve essere presa in considerazione.

Qual è il miglior modo di approcciarsi ad una persona con disabilità quando si vuole avere un rapporto sessuale con quest’ ultima?
L’essere umano è davvero un gran curioso. Sono in tanti a voler sapere come facciamo noi disabili ad avere rapporti sessuali. In ogni caso, sono del parere che tra disabili e normodotati non cambi molto, perché ancor prima di passare all’ atto sessuale deve esserci intesa mentale, se non c’è quest’ultima credo non si possa passare all’ atto sessuale.
Io voglio che chiunque abbia con me rapporti sessuali debba farmi capire che il mio corpo non è un ostacolo, che nella vita, se si ha accanto la persona giusta, si può fare tutto.

Cosa ti senti di dire a chi crede che le persone con disabilità non possano avere rapporti sessuali?
A chiunque creda che noi disabili non possiamo avere rapporti sessuali mi sento di dire di smetterla di pensarla in questo modo. Sia chiaro che possiamo avere rapporti sessuali, dobbiamo solo trovare le persone giusta, quelle capaci di privarci di ogni nostra insicurezza andando oltre il nostro aspetto fisico e facendoci sentire perfette ai loro occhi.
Vorrei far capire tutto questo.
Inoltre voglio far presente che in America esista la figura dell’ assistente sessuale, ossia persone che vengono pagate per soddisfare i desideri sessuali di disabili gravi.
Sarebbe opportuno che questa figura arrivasse anche in Italia.
Nel nostro Paese si ha una mentalità ancora troppo chiusa quando si parla di disabilità e sessualità.
Io sessualmente posso fare le stesse cose dei normodotati, in maniera diversa,ma le posso fare.
Le persone con le quali sono stata, non mi hanno mai fatta sentire un difetto, anzi, dal punto di vista sessuale sono sempre rimaste contente.
Ecco perché dico che avere rapporti sessuali con una persona con disabilità non sia nulla di trascendentale e il segreto consista solo nel trovare la persona giusta.

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