di Anna Adamo
Vivreste mai in un’ abitazione costituita da un tetto di foglie, una struttura in legno ricoperta da un miscuglio di sterco di mucca e fango, senza acqua e energia elettrica, pensando addirittura di riuscire ad essere felici?
Sicuramente tutto questo per molte persone sembrerà una follia, un qualcosa di impensabile.
Invece, non è stato così per Gaia Dominici, giovane fotografa nata in Colombia, a Santa Fe de Bogotà e cresciuta a Genova che ha scelto di restare alle falde del Kilimangiaro insieme al marito Ntoyiai.
Quella di Gaia è una vita divisa a metà, in cui esiste un prima e un dopo che neanche lei stessa avrebbe mai pensato di vivere.
Fu adottata dai suoi genitori Luisa e Remo, che nel lontano 1994 la portarono dalla Colombia a Genova e insieme al fratello, adottato qualche anno dopo sempre in Colombia vive una vita all’ insegna della flessibilità, viaggia molto e passa da un campeggio a un resort di lusso. Ma, è solo dopo essersi diplomata al liceo classico che sente il bisogno di conoscere altre realtà e cercare una seconda possibile vita alla quale poter appartenere. Spinta da tale esigenza, sceglie di iscriversi al corso di fotogiornalismo della Falmouth University, in Cornovaglia.
Poco prima di partire le viene, però, diagnosticata l’ artrite reumatoide poliarticolare, una malattia del sistema immunitario che distrugge le articolazioni. Gaia decide di sfidare l’ artrite e partire nonostante tutto per inseguire il suo sogno, senza alcuna esitazione. La sua vita cambia inevitabilmente, passa come lei stessa spiega, dall’ avere come priorità lo shopping al dover fare di tutto per poter camminare. La madre le porta periodicamente le medicine e lei impara a fare da sola le iniezioni e soprattutto a sopportare il dolore.
In occasione della work experience al secondo anno di università, Gaia si reca in Kenya, laddove conosce Ntoyiai, un guerriero Masai con idee e tradizioni completamente diverse da quelle alle quali la giovane fotografa genovese era stata abituata. La tradizione Masai prevede mansioni differenti tra uomo e donna, ma Gaia e Ntoyiai rappresentano l’ eccezione che conferma la regola, perché svolgono insieme qualsiasi attività, senza lasciarsi mai.
Nel 2018, si sono sposati a Nairobi, città in cui è successivamente nata Lilly Rose Naresiai, la loro bambina.
Gaia Dominici è ormai diventata Naramatisho per la comunità Masai, ossia una persona che aiuta gli altri e su cui gli altri possono sempre contare.
Da molto tempo condivide la sua vita alle falde del Kilimangiaro su Instagram, raccogliendo così la curiosità di milioni di followers che la seguono e la sostengono, imparando ogni giorno qualcosa di nuovo riguardo gli usi e costumi della comunità Masai.
La storia di Gaia e Ntoyiai è un chiaro esempio del fatto che casa non sempre sia il luogo in cui si nasce, ma un qualsiasi posto con dentro le persone che si amano. Perché, l’ amore, quello vero, supera qualsiasi ostacolo.