“Fu il mio Pd a candidare al Parlamento Europeo Elly Schlein grazie alla ‘rottamazione’. Oggi come allora ne apprezzo la freschezza e la determinazione: sui contenuti però ci divide molto, moltissimo. E soprattutto ci divide l’idea di società. Niente di personale: siamo semplicemente due realtà ontologicamente e profondamente diverse”. Lo ha detto il leader di Italia Viva e ex premier, Matteo Renzi, parlando con l’Avvenire. Quanto al rischio che le divisioni tra Terzo Polo e sinistra consegnino per anni il Paese al centrodestra unito il senatore ha aggiunto che “il nostro obiettivo è quello di portare in doppia cifra il Terzo polo: le europee saranno un primo step fondamentale, saremo determinanti. E non sono così sicuro che la sintonia di Giorgia Meloni con il Paese durerà così a lungo. Gridare dalle fila dell’opposizione è diverso da governare. E le contraddizioni del centrodestra emergeranno”. “A noi – ha proseguito a proposito di possibili nuove uscite dal Pd – non interessa collezionare ingressi di dirigenti del Pd, a noi interessano i voti dei riformisti che non si riconoscono in una sinistra massimalista”. Quanto a quella parte del mondo cattolico che imputa al Terzo polo una certa distanza da alcune istanze “rispondo che quando ero al governo sono orgoglioso di aver perso il consenso, ma non la dignità salvando vite in mare. E di aver varato la riforma del Terzo settore e la legge sul ‘dopo di noi’. Alla Leopolda è nata l’idea dell’assegno unico per i figli, che oggi è legge dello Stato. Il Terzo polo è lo spazio naturale per chi proviene, come me, da una cultura popolare e cattolica. E sarà proprio l’apporto che quella cultura può continuare a dare sul piano valoriale e politico a determinare la riuscita del progetto” ha concluso