Quello che si muove, nel dibattito politico, in vista delle prossime regionali campane è al momento solo ‘accademia’.
È discussione che serve agli schieramenti per lanciare avvisi, ad alleati ed avversari, per i più classici regolamenti di conti, per posizionamenti interni.
Prima delle regionali ci sono le elezioni europee che, come spesso capita, sono foriere di cambiamenti nei partiti e negli schieramenti. Poi le quadrature, per la guida delle colazioni, dovranno tenere conto degli equilibri nazionali.
Allora, al momento, è poca roba quello che accade. Poca roba che, però ad oggi, fa danni alla sinistra mentre è più utile al centrodestra.
Il centrosinistra dibatte, infatti, sul terzo mandato ed ha una parte consistente del Pd che, aprendo ai Cinque Stelle, gioca al massacro. L’ipotesi Fico, avanzata da molti, è idea suicida utile ad alimentare divisioni e ad arare il terreno della sconfitta. L’idea prevederebbe la rottura totale con l’esperienza De Luca, rendendo complicata la campagna elettorale, ed il ‘libera tutti’ per il Terzo Polo.
Il centrodestra, che gioca sul clima nazionale che è ancora favorevole, mette in campo nomi non per dividere ma per ‘alimentare entusiasmi’, per costruire consenso. Utile.
Ci spera la Lega che ha nomi del calibro di Nappi e Zinzi, ci spera Forza Italia ora che Fulvio Martusciello ha la guida del movimento azzurro, e naturalmente Fratelli d’Italia.
Il partito della Meloni conta su personalità come Edmondo Cirielli e su parlamentari come Rastrelli e lo stesso Iannone che è spina nel fianco del Governatore. Senza perdere d’occhio l’ipotesi rosa di Marta Schifone.
La coalizione di centrodestra ha, però, ad oggi un appeal significativo con il mondo produttivo campano e non è escluso che dall’universo dinamico del tessuto produttivo, dal mondo Accademico o da quello delle nuove tecnologie e della innovazione possa arrivare una sorpresa.
È presto, però…