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15 Novembre 2024

Chi siamo

Salernitana, standing ovation alla Scala del calcio

di Vanni Vignes

E chi lo avrebbe mai detto, che ci saremmo risvegliati dopo San Siro con l’amaro in bocca?
E si perché dopo una nottata quasi insonne passata a ripensare alla gagliarda prestazione dei granata in quel di San Siro, ci si rende conto che fra le due compagini, quella che probabilmente avrebbe meritato maggiormente di portare a casa l’intera posta in palio, è senza dubbio quella ospite. L’intensità e l’applicazione degli uomini di Paulo Sousa sono state assolutamente esemplari ma la Salernitana ha saputo offrire anche altro e, ripensando alla squadra vista all’opera fino ad un mese fa, questo appare incredibile. Palleggio, ricerca costante del pallone e del possesso lungo tutto l’arco dei 90 minuti, ed una squadra mai più lunga di 30 metri al massimo, tracciando un’ipotetica linea di congiunzione fra Gyomberg e Dia. Il tutto, ricordiamolo perché è fondamentale, in casa dei campioni d’Italia in carica. Le occasioni prodotte poi, in larga scala ormai e questo sta diventando una piacevole abitudine, sono la logica conseguenza di quanto una squadra di qualità ed in fiducia esprime sul terreno di gioco. Kastanos, Dia, Piateck, ancora Dia dopo il gol, insomma 5/6 occasioni nitide, chiare, contro un paio di situazioni pericolose per confusione, generate dai padroni di casa. La Salernitana, per quanto il campo ha insindacabilmente espresso ieri sera, avrebbe meritato la vittoria senza se e senza ma. Il pareggio però avrà comunque un effetto straordinario sul gruppo perché alimenterà in maniera straordinaria l’autostima di questi ragazzi, che già grazie al lavoro del tecnico avevano finalmente invertito la rotta, ma che adesso anche concretamente, hanno preso coscienza di essere in grado di fare punti anche contro le big di questo campionato. L’impressione però è che il gruppo abbia ancora ampi margini di miglioramento, sia in fase di pressione sulla costruzione avversaria, e qui Bonazzoli pur impegnandosi ha fatto capire perché al momento Sousa gli preferisca Kastanos, ma soprattutto in fase di palleggio e pulizia del pallone. La giocata di Bohinen sul gol del pareggio è un qualcosa che riconcilia con il gioco del calcio. Trasformare in una frazione di secondo una palla sporca in un’occasione limpida per riuscire ad offendere, rappresenta esattamente la differenza fra un qualunque centrocampista ed un campione. Il norvegese ha tutte le carte in regola per essere considerato appartenente alla seconda categoria, ma nel processo di autoconsapevolezza intrapreso dalla squadra appare quello un po’ più indietro. Quando tornerà a sentirsi tranquillo nelle giocate, anche quelle più complicate ma che sono esattamente quelle che lo renderanno un calciatore di categoria superiore, la Salernitana non potrà fare altro che beneficiarne.

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