di Angelo Giubileo
Il fenomeno della nuova globalizzazione internazionale, finanziata da somme di denaro storicamente mai così ingenti, sembra ormai in evidente e netto regresso. Nel periodo di massimo fulgore, il suddetto fenomeno è stato governato da giganti finanziari globali e alimentato in diversi stati e comunità da politiche “progressiste”, ispirate dai principi della pianificazione centralizzata e della massificazione, culturale sociale ed economica. Politiche che trent’anni fa avremmo definito senz’altro come politiche di “sinistra”.
La sinistra degli anni duemila ha così in effetti inteso perpetuare l’utopia egualitarista, materialista e collettivista, sacrificando sull’altare del potere la libertà viceversa reale, concreta, pratica individuale. In proposito, Margaret Thatcher era solita ripetere che “la società non esiste, esistono solo gli individui”.
Tanto che la sinistra globalista ha sostenuto con maggiore forza l’affermazione di una serie di diritti di libertà individuali, storicamente negati. Ma si è trattato perlopiù di un bluff che ora non regge più. Ma, questo poco importa.
Quel che non ha retto più, ed è ciò che davvero importa, è invece il patto commerciale globale – in politica, tra la suddetta sinistra e la destra “liberista” ispirata dai principi del mercato unico -, che pertanto nell’attualita’ e nel prossimo futuro sarà oggetto di diverse e nuove contrattazioni finalizzati alla realizzazione di nuovi accordi commerciali, secondo i principi della classica dottrina “liberale”. Diceva Frédéric Bastiat che “dove passano le merci non passano gli eserciti”.
La storia continua…