Sorprendono e sconcertano i dati che hanno anticipato la relazione semestrale al Parlamento della Corte dei conti, che sarà presentata martedì prossimo, relativamente alla spesa effettiva dei fondi del Pnrr. Dall’analisi si evince che si sono accumulati ritardi estremamente gravi, tali da mettere in serio pericolo la realizzazione degli investimenti senza interventi risolutivi drastici. I magistrati contabili hanno calcolato la spesa effettiva al 13 marzo scorso in 23 miliardi di euro, con un tasso di realizzazione che si attesterebbe al 12% delle risorse complessive messe a disposizione fino al 2026. “Il dato- commenta il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi- è ovviamente basso ed estremamente preoccupante: è poco più della metà dei programmi attuativi”. Ma il quadro effettivo dell’attuazione degli interventi è ancora più allarmante: il valore complessivo della spesa, infatti, è comprensivo anche dei cosiddetti ‘incentivi automatici’: ossia di quegli interventi già previsti in altri programmi, e traslati poi nel Pnrr, come i crediti d’imposta di Transizione 4.0, che hanno assorbito 2,3 miliardi più del previsto, e quelli relativi ai bonus edilizi. Interventi ‘automatici’, attivati su richiesta di investitori privati, e quindi certamente non riconducibili alla capacità effettiva di spesa della pubblica amministrazione per gli interventi previsti dal Piano.
La Corte dei conti ha provato a depurare il dato degli incentivi stornando questa tipologia di interventi: il dato effettivo dei miliardi spesi è quindi sceso a 10,024 miliardi su 168,31, attestando la spesa al 6% del totale. Dalla relazione si evince che viaggiano particolarmente a rilento i pagamenti delle Missioni legate alle politiche agricole, all’istruzione scolastica, agli interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni. “Il ministro Fitto, che ha la delega all’attuazione del Piano- commenta ancora il presidente Lombardi- preme, non a caso, per ottenere una revisione complessiva del programma inizialmente concordato: la nostra proposta è di approfittare di questa importante opportunità, per un complessivo programma di razionalizzazione degli investimenti e di sburocratizzazione delle procedure, che oggi frenano anche i progetti della programmazione comunitaria, non a caso estremamente a rilento anch’essi”. Il programma del governo prevede per quest’anno un’impennata della spesa, che dovrebbe balzare da 20,44 miliardi dei primi tre anni a 40,908 di quest’anno, fino ai 46-48 miliardi annui del 2024 25. “Un’accelerazione- conclude il presidente di Federcepicostruzioni- a cui è difficile prestare fede, a cui non sembra credere nemmeno il governo, ed a cui sicuramente non crede la Corte dei conti Ue, che nei giorni scorsi ha rilevato l’assenza di controlli puntuali su come gli Stati membri spendono le risorse Ue. Un monito che si è già tradotto in un sensibile incremento della severità nelle verifiche da parte della Commissione europea”.