di Anna Adamo
Una donna ha lasciato la sua bambina nella culla per la vita della Croce Rossa di Bergamo.
“Vi affido una parte importante della mia vita che non dimenticherò mai”, poche e semplici le parole scritte sul bigliettino che le era accanto, ma capaci di racchiudere un dolore indescrivibile e soprattutto di mettere in risalto le difficoltà con le quali le madri, alcune più di altre, devono far fronte quando mettono al mondo un figlio.
Perché, si, è questa la verità, l’Italia non è un paese per tutti.
E dovremmo vergognarcene più di quanto si possa immaginare. O meglio, dovrebbe vergognarsene chi ha la responsabilità di garantire al popolo una vita degna di essere vissuta.
Una vita che quella madre non potrà mai avere.
Poco importa se la sua bambina starà benissimo e avrà tutto quello di cui ha bisogno, perché tra tutte le cose ce n’è una che non avrà mai, ossia la possibilità di crescere insieme alla madre che l’ha messa al mondo.
E no, la storia secondo la quale i figli sono di chi li cresce non regge. Non in questo caso.
La possibilità di crescerlo, un figlio, dovrebbe essere data a tutti. Dovrebbe essere data a chiunque li metta al mondo.
Ed è dinanzi al fatto che qualcuno, come questa donna, non passa permettersi di crescere la bambina che ha messo al mondo che dovremmo smetterla di restare in silenzio, di restare a guardare senza muovere un dito.
È dinanzi a tutto questo che dovremmo lottare per i nostri diritti, come quello di poter crescere un figlio, ad esempio.
Dove sono finiti i rappresentanti delle istituzioni dinanzi a tutto questo?
La donna in questione non è la prima e non sarà neanche l’ultima ad aver agito in questo modo.
Perché nessuno preferisce parola in merito?
Quante madri ancora dovranno provare questo dolore così forte dato dal doversi ingiustamente separare dai propri figli? Per quanto ancora lasceranno che gli interessi prevalgano sui bisogni dei cittadini? Chissà.
Nel mentre, però, l’unica cosa certa è che l’ Italia oggi ha perso. E perde ogni volta che una madre è costretta a compiere lo stesso gesto di quella in questione, ogni volta che un bambino non può ottenere tutto quello di cui ha bisogno per vivere felice e sereno.