“Nessuno pensa di tagliar fuori la magistratura contabile dal Pnrr. Si tratta solo di prevedere controlli compatibili con il massimo dell’efficienza possibile”. Lo dice al Corriere della Sera, Maurizio Leo (FdI), viceministro dell’Economia, che commenta anche le critiche di Ignazio Visco ed altri all’idea di ridurre la progressività delle imposte e della flat tax:
“La riforma fiscale non fa venir meno la progressività – spiega -. Avremo un sistema più semplice. Vogliamo evolvere verso una progressività basata sulla combinazione tra area esente, deduzioni, detrazioni e minori aliquote e scaglioni Irpef”. Veniamo “da anni difficili: con pandemia, crisi energetica e inflazione era difficile intervenire dal lato della spesa – aggiunge -. Poi certo ci sono stati sprechi e eccessi, tra i quali il Superbonus, che infatti abbiamo disinnescato. In autunno avremo l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza e capiremo quali sono i reali margini di manovra”. Il governo “non ha mai pensato a una riforma in deficit. Molti interventi non comportano costi: vale, ad esempio, per le moltissime semplificazioni. E vale per l’accertamento, il contenzioso, la riscossione”, afferma Leo. In Italia “abbiamo un sistema che al peso di una tassazione tra le più esose al mondo unisce una serie infinita di adempimenti. Sono costi indiretti della burocrazia”. Anche qui “vogliamo cambiare volto al sistema. Lo stesso vogliamo fare nel contrasto all’evasione, che resta uno dei punti chiave della riforma fiscale”. Nel sistema attuale l’aspetto sanzionatorio, ricorda Leo, “ormai è spropositato”, per l’Iva ad esempio “si arrivano a pagare sanzioni fra il 120% e il 240% della somma dovuta. La stessa Corte costituzionale ha detto che il sistema sanzionatorio va rivisto, perché non è più proporzionale”.