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17 Novembre 2024

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Laboccetta: “Su Dell’Utri persecuzione senza fine”

“Ogni storia ha un inizio e una fine. Ad eccezione di quella che riguarda Marcello Dell’Utri, come ben conferma la perquisizione presso la sua abitazione disposta ieri dalla Procura di Firenze che indaga sulle stragi del 1993″. Lo ha dichiarato l’onorevole Amedeo Laboccetta, presidente dell’associazione “Polo Sud”.

“Fino a un mese – ha detto – fa avremmo detto che il vero obiettivo dei pm fiorentini era Silvio Berlusconi. Ma è morto e quindi non resta che prendere atto che l’iniziativa riguarda proprio Dell’Utri. Il che è a dir poco paradossale se si considera che l’ex-senatore ha già scontato anni di carcere in seguito ad una condanna che lo ha riconosciuto colpevole dell’impalpabile reato di concorso esterno in associazione mafiosa. È lecito, dunque, chiedersi (e chiedere) come mai non furono “individuati e sequestrati” allora “gli elementi utili all’indagine”, di cui scrive l’informatissima “Repubblica”. Dobbiamo forse dedurne che lo scaltro Dell’Utri è stato così poco volpino da conservare in casa elementi per lui così compromettenti relativamente ad accuse tanto scabrose? Ci piacerebbe tanto avere risposte in merito, ma dubitiamo che potranno mai arrivare”.

“Nel frattempo, ci permettiamo noi di ricordare – ha proseguito – agli immemori che fu proprio il governo Ciampi, sostenuto dalla sinistra, a dare il segnale tanto atteso dai clan non rinnovando il regime carcerario del 41 bis a circa 1000 tra mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti. Era il novembre del 1993 e al Dap sedeva Adalberto Capriotti. Aveva sostituito al vertice dell’amministrazione penitenziaria il dott. Niccolò Amato, “cacciato a pedate nel sedere”, come lui stesso disse in un’intervista a Panorama del maggio del 2012, per volontà dell’allora capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro. È vero, invece – e anche questo ricordiamo agli immemori – che fu proprio il governo Berlusconi, nel 2002, a rendere definitivo il 41 bis per boss e padrini. Ecco, se proprio i pm di Firenze vogliono riscrivere la storia delle stragi del ‘93 voltino lo sguardo dall’altra parte. Marcello Dell’Utri ha già dato e di malagiustizia non deve morire”.

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