”La maggioranza pensa di nascondersi dietro ai tecnicismi parlamentari perché ha difficoltà ad ammettere davanti agli italiani, anche a coloro che li hanno votati, che sono contrari al salario minimo e provano a buttare la palla in tribuna”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia al IlGiornale.it.
“La verità – dice – è una e una sola: dopo aver approvato un decreto lavoro che ha istituzionalizzato la precarietà, dopo aver abolito il reddito di cittadinanza, sostituendolo con l’elemosina della social card, il no alla proposta di salario minimo conferma che questa destra considera i più fragili, chi ha meno, chi non ha lavoro, e spesso non ha voce, le braccia da garantire al mercato del lavoro a cottimo in cui credono”.
“Per noi sotto la soglia dei 9 euro non è lavoro ma sfruttamento. Per loro, mi pare evidente, che i tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sottopagati e sfruttati non sono degni di avere delle tutele. La Presidente Meloni – continua Boccia – ha timidamente aperto un confronto quando ha capito che il Paese intero lo chiede. Noi ci siamo, siamo pronti a confrontarci perché quello che ci sta più a cuore è la difesa dei lavoratori più fragili. Vedremo in queste ore se la maggioranza sarà conseguente alle parole della premier, senza bluff o goffi tentativi di rinviare il confronto, o se cercheranno nuovi alibi”. “Il Pd di Elly Schlein è per introdurre un salario minimo che dia dignità al lavoro, come accade già in molti altri Paesi, e destinare tutte le risorse disponibili all’abbattimento del costo fiscale del lavoro, un taglio del cuneo fiscale strutturale che aiuti i lavoratori ad avere buste paghe più corpose e le imprese ad avere meno oneri fiscali. Una cosa ben diversa – conclude Boccia – da quello che sta facendo questo governo che si è limitato a dare un bonus, una tantum, da agosto a dicembre 2023”.