di Angelo Giubileo
L’ascesa del premier Giorgia Meloni nell’agone internazionale, culminato nel ricevimento da parte del Presidente democratico USA Joe Biden alla Casa Bianca, sembra avere quasi dell’incredibile! Ma non è affatto così.
Infatti ricalca l’identico percorso che ha proiettato la leader di Fratelli d’Italia dal palco di Atreju con Enrico Letta, dicembre 2021, alla guida del governo italiano, ottobre 2022: dieci mesi soltanto. Così come dal ricevimento internazionale suddetto all’incarico di premier.
Nel mezzo tra i due appuntamenti: sul piano internazionale, la fine della pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina; sul piano nazionale, la caduta del governo Draghi (13 febbraio 2021-22 ottobre 2022). Governo quest’ultimo, è opportuno ricordarlo, formato e sostenuto da tutti i partiti dell’arco costituzionale, ad eccezione del solo partito di destra guidato dall’attuale premier.
Quasi come un ritorno al passato – allorquando i Presidenti del Consiglio italiano si recavano negli States per ribadire il legame e il patto di unione ininterrotto, sancito dopo la seconda guerra mondiale, tra Paese occupato e Paese liberatore. Patto essenziale ribadito anche nella conversazione che nel 2014 l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dallo storico passato di sinistra, concesse a Federico Rampini, sottolineando come si tratti di “un legame da salvaguardare e rinnovare malgrado ogni difficoltà” (La via maestra, aprile 2014).
Dal governo Letta (28 aprile 2013-21 febbraio 2014) – e nel mezzo dei rapporti con gli USA, al seguito i governi Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II e Draghi – ad oggi, con il governo Meloni; la quale, all’esito dell’incontro con il Presidente USA, ha sottolineato, prima di ogni dettaglio: “I nostri Paesi mai così vicini”. Tanto che, detto da un nostro Capo del governo, rincuora sentirlo ribadire nuovamente in aggiunta a un forte e rinnovato impegno.