di Vanni Vignes
3064 spettatori paganti per la prima stagionale all’Arechi. Un dato che per me, non ho paura a dirlo, è vergognoso. Non esistono giustificazioni, non esistono scuse, considerato che anche quella del caldo torrido è andata a farsi benedire. Salerno dimostra ancora una volta che lo zoccolo duro, quello vero, appassionato, innamorato, sincero e che mai abbandona i granata è formato da 4, 5000 tifosi, non di più e le presenze di ieri lo dimostrano senza possibilità di smentita. Il problema, grave è che poi chi invece allo stadio decide di andare in base all’umore, al clima, al prezzo, all’avversario ed altri fattori variabili di volta in volta, sono coloro che danno più fastidio, che fanno più rumore che pontificano dall’alto delle 5/6 partite viste a stagione, che chiedono rinforzi, che giudicano i calciatori bocciandoli al primo pallone sbagliato e che si lamentano dei prezzi di un abbonamento mai sottoscritto in vita propria. La Salerno marcia insomma, da cui bisogna prendere le distanze e che va assolutamente combattuta. A costoro dico di osservare la curva di ieri. Loro c’erano e non hanno smesso di cantare neanche per un secondo. Questione di stile, di mentalità, di amore. La partita ha ribadito ciò che si sapeva in termini di organico e proposto alcune soluzioni tattiche interessanti, che analizzeremo in settimana. La posizione degli esterni soprattutto in fase di costruzione avversaria mi ha sorpreso e convinto. Sousa ha coraggio e la squadra lo segue e questo è un bene. Infine Mazzocchi: l’ho incontrato uscendo dallo stadio e su mia sollecitazione del perché non fosse nemmeno in distinta mi ha risposto “sono affaticato”. La squadra era ancora sul terreno di gioco con la premiazione appena terminata, di quella squadra lui ne è il capitano. Fate voi.