“Se non si garantirà un salario minimo, l’Italia dovrà vergognarsi di se stessa”. L’ha detto, dimenticando di essere stato l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, Romano Prodi alla Stampa.
“Sul salario minimo ho letto tutti, giuristi, sindacati e faccio un ragionamento molto semplice: se noi non garantiamo sei euro netti all’ora a chi lavora, perché questo sono i 9 euro lordi, siamo un Paese che deve vergognarsi di se stesso. Sia- mo al di sotto del minimo vitale per una persona che deve vivere. Non tiriamo fuori finezze giuridiche o interessi particolari. Limitiamoci a constatare che con meno di così si muore”. Prodi ha inoltre difeso il rulo del commissario europeo Paolo Gentiloni, oggetto di attacchi dopo che questi ha escluso una nuova sospensione del ritorno al rigore di bilancio. Prodi ha detto che Gentiloni “dev’essere un serio arbitro e come tale si sta comportando”. E “se non fosse così avrebbe tutti contro e non sarebbe certo questo l’interesse dell’Italia. Ma poi le pare si possa considerare Gentiloni squilibrato?”. D’altronde, ha detto ancora Prodi, “Ma attenzione, stiamo andando verso un livello di deficit che altro che patto di stabilità! Dobbiamo fare un salto come quello di Gianmarco Tamberi ai mondiali per farcela. Ci stiamo allontanando dalla logica dei parametri che servono a lavorare insieme. Stiamo esagerando e non è che si possa dare la colpa al nostro commissario”.