di Luigi Mazzella
Che Fascismo e Comunismo siano “fratelli” non v’è alcun dubbio per chi, “sapendo leggere e scrivere” non ignora che sono stati generati dallo stesso padre (l’idealista Hegel) e dalla stessa madre (fieramente ariana e teutonica).
Essi, come tutti gli appartenenti (senza propria scelta) allo stesso contesto familiare, sono stati talvolta “fratelli coltelli” (come nel film di Mario Monicelli: per esempio, nella seconda guerra mondiale), talaltra “gemelli” (anche se non siamesi ), nell’offrire ai vincitori di quel conflitto, pretesti ideologici di uguale violenza per “destabilizzare” Paesi sudditi.
Nessuna meraviglia, quindi, andava mostrata per il fatto che a Milano il Comune sinistrorso di Beppe Sala abbia patrocinato una Mostra sulla “resistenza” degli Ucraini a Mariupol, usando per la locandina un ritratto del Comandante del Battaglione Azov, Denys Prokopenko, fiero militante in un gruppo dichiaratosi sempre e apertamente “neo-nazista” (esplicito fin nella denominazione: White Boys Club, dove il White sta chiaramente per Ariani).
Non si è capito che si trattava soltanto di un aggiornamento d’immagine dell’Ideologia (astrattamente) utopica, volta, comunque, a affermare con la violenza, la pretesa, “superiorità” delle proprie idee e previsioni, assolutistiche e, quindi, inconciliabili con ogni altra opinione.
Ed invece…apriti cielo! Centinaia di mail di Italiani indignati sono giunte agli Organizzatori e un consigliere comunale, Enrico Fedrighini della stessa lista del Sindaco, si è dissociato clamorosamente pronunciando la storica e perentoria frase: “Non in mio nome”!
O tempora, o mores! Mentre gli Stati Uniti d’America, sedicenti campioni di democrazia e pretesi esportatori nel mondo di Alti e Nobili Valori, si sono resi conto che, come le donne per il Duca di Mantova, fascisti e comunisti “pari sono” e possono ritornare “parimenti” utili, con i loro “assassini ideologicamente motivati”, quando si tratta di “destabilizzare” Paesi che fanno “capricci” e appaiono non graditi allo zio Sam, gli Italiani che hanno conosciuto le versioni più rigorose (e simili nei propositi “rivoluzionari) dei “verba” di Mussolini e di Togliatti continuano a ritenere che vi siano differenze tra le “politiche” delle due “pulzelle” di destra (fascista) e di sinistra (comunista).
E sperano, secondo taluni stupidamente, che il loro voto, dato in maniera alternativa all’una e all’altra, serva a qualcosa per cambiare le cose!
Quando si accorgono che, maschi o femmine che siano, le autorità politiche elette a destra o a sinistra trattano allo stesso modo soltanto temi pauperistici (secondo taluni “di bassa macelleria politica”), privi di svolte economiche veramente significative e rilevanti, si accorgono del vuoto in cui sono precipitati (sapendo, per giunta, che certamente quel vacuum non può essere riempito dal cosiddetto “centro” costituito dai fantasmi della democristianeria un tempo imperante).
In altre parole, gli abitanti dello Stivale, non conoscendo altro pensiero che quello condizionato da verità assolute religiose o politiche, non s’accorgono, per la mancanza di un pensiero veramente libero, che entrambe le pulzelle oggi dominanti in campi solo apparentemente contrapposti, sono state coltivate “in vitro” dai vincitori del secondo conflitto mondiale (da esse non vissuto e patito); che ambedue condividono, “senza fiatare”, la condanna del proprio Paese a permanere in uno stato di dipendenza, assoluta per la politica energetica e per il divieto di uno sviluppo produttivo, oltre che di sudditanza politica, coatta per l’imposizione di scelte operative di politica interna ed estera (v. la rinuncia imposta da Washington, di recente, alla via della Seta, per impedire autonomi rapporti commerciali); che tutte e due sono fanatiche dell’Unione Europea che ha realizzato la prima ipotesi al mondo di “arcipelago coloniale diffuso”, più efficiente e utile (per i colonizzatori, ovviamente) dello stesso Commonwealth britannico; che sia la “bionda” garbatelliana e sia la bruna svizzero-ebrea si contendono l’ascia di guerra per eseguire l’ordine statunitense di distruggere Putin per la gloria dell’imperialismo americano.
Il voto degli Italiani, come di tutti i sudditi Europei, potrà valere qualcosa solo se si riuscirà finalmente a dar peso a un voto che esprima un parere negativo e di bocciatura dell’intero, servile, mezzano ciarpame che infesta la vita politica del sottomesso Vecchio Continente.
Un deciso NO a tutte le forze politiche e alle loro proposte elettorali fondate su utopie fanatiche e irrazionali potrebbe indurre gli Italiani, nella ripetizione del voto, imposta per legge, a pretendere di votare soltanto su proposte ragionevoli e ragionate, di gente adusa a pensare anziché a credere.