“Leggiamo ridendo l’intervista su Repubblica di oggi dell’ex ministro Dario Franceschini, da Dagospia detto genialmente “suDario”. Il predecessore di Gennaro Sangiuliano rivendica scelte da lui fatte solo in nome della qualità e del merito, contrariamente – dice – a quelle di oggi. Che faccia tosta”. È quanto dichiara l’onorevole Amedeo Laboccetta, presidente dell’Associazione Culturale Polo Sud.
“Perché – dice – a noi gli unici meriti che risultano nelle decisioni di Franceschini sono quelli pro domo sua. È riuscito infatti a strappare un seggio parlamentare anche per la moglie, e non è cosa da poco. Ma quanto alla vita culturale italiana, obbligo di servizio di un ministro della Cultura, come considerarne se non pessimo l’appalto da lui affidato a Salvo Nastasi, dominus di tutte le decisioni da lui pedissequamente firmate? “SuDario” delegò infatti a Nastasi l’intera gestione del ministero e delle sue nomine, per anni, essendo egli unicamente interessato alla sognata corsa al Quirinale. Lo sanno tutti. Aspirava a succedere a Mattarella. E sanno tutti, però, pure come è finita, con “suDario” nemmeno pervenuto in gara dopo aver avuto la necessità di candidarsi al sicuro in parlamento non nella sua città, la bella Ferrara che conoscendolo bene non l’aveva eletto nel 2018, ma qui a Napoli, dove nel frattempo, tra un bel po’ di favoretti qua e là, aveva decretato Stéphane Lissner soprintendente del San Carlo senza che questi ne avesse gli obbligatori requisiti di legge. Sì, perché il sedicente difensore della qualità e del merito Dario Franceschini ha nominato Lissner al San Carlo contro la legge, che prevedeva e prevede ancora di non potersi affidare un incarico simile a un pensionato come Lissner era ed è. Pensionato sia in Italia che in Francia. Due volte illegittimo”.
“Chiedere all’Inps la conferma. Sono personalmente in attesa – prosegue – delle verifiche in proposito, susseguenti al mio esposto del 2 giugno scorso in Procura e alla Corte dei Conti. Vedremo. Franceschini, comunque, non ha nessuna credibilità né di merito né di qualità. Eccezion fatta certamente per gli affari suoi e, fortunatamente per Giorgia Meloni, per il miglior supporto datole, in duo col campione Francesco Boccia, issando alla segreteria del PD l’armocromista Elly Schlein, cioè il vuoto politico pneumatico, l’aria fritta che costituisce il più forte vento in poppa per il governo in carica”.