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17 Novembre 2024

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Amato: “Serve una legge sul fine vita”

“Il Parlamento in realta’ dovrebbe estendere all’eutanasia l’immunita’ penale riconosciuta al suicidio assistito in determinate condizioni”. Davanti alla storia di Anna, la prima donna italiana che ha ricorso alla morte medicalmente assistita con l’aiuto del Servizio sanitario nazionale, Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex presidente del Consiglio, alla “Stampa” esorta la politica non solo a fare una legge sul fine vita, ma a farne una che vada oltre i limiti stabiliti dalla sentenza del 2019. La decisione della Consulta, quattro anni fa, ha reso non punibile chi aiuta un malato a morire in quattro specifiche circostanze: quando il paziente sia affetto da una ‘patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili’, tenuto in vita da ‘trattamenti di sostegno vitale’, ma in grado di esprimere coscientemente la propria volonta’. Amato chiede alle Camere di ampliare la normativa fino a comprendere Cortile dei Gentili — continua l’eutanasia. E dunque quei casi in cui i malati, oltre a presentare le condizioni per il suicidio assistito, «non hanno neppure la possibilita’ fisica di mettersi con la propria mano la pastiglia sulla lingua per ingoiarla odi farsi da soli l’iniezione letale” e necessitano di un terzo che gli dia la morte. “Ma vi rendete conto che ancora ora davanti a una donna, Anna, che si e’ avvalsa della decisione della Corte Costituzionale ci sono alcuni giornali che danno addosso a questa scelta, ne parlano come di un ‘cedimento’ perche’ il sistema sanitario ‘non cura i malati ma trova i soldi per questo’?”. In giudizi del genere, scandisce Amato, “io vedo una immoralita’ che suscita in me una profonda indignazione”. Poi annuncia: “In queste settimane ho messo al lavoro il Cortile dei Gentili sul tema del fine vita. Mi auguro che li’ dentro si raggiunga una posizione comune su quella che per i medici e’ gia’ pacificamente la morte medicalmente assistita che include paritariamente il suicidio assistito e l’eutanasia” conclude Amato. 

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