“In politica esiste anche la follia. Ho sempre pensato che il balletto di dichiarazioni sul Mes sarebbe terminato in un nulla di fatto, convinto com’ero, e come sono, che a una scommessa a perdita zero non abbia alcun senso dire no. Perché quello è, in sintesi, il voto sul Mes. Ratificarlo non significa utilizzarlo. Se però l’Italia ha scelto di bocciarlo, unica in Europa, siamo davanti a una scelta assurda”. Così l’ex premier Romani Prodi in un’intervista rilasciata a La Repubblica sulla bocciatura del Mes, il fondo Salva Stati, alla Camera. Secondo lui le conseguenze di questa scelta saranno “molte e gravi” prima di tutto perché quella di “isolare il Paese in una fase come questa non può che essere rischioso sia dal punto di vista politico che economico. Ci si mette sul piano di Orban”. Alla Camera si è vista una maggioranza spaccata con Forza Italia che si è astenuta “e questo è un segno di instabilità. Se su una decisione così importante, che appunto isola l’Italia dal resto dei Paesi europei, un partito di maggioranza si astiene perché in buona sostanza non condivide, significa che – prosegue – la spaccatura all’interno del governo è profonda. Col risultato che ora il Paese è più debole sui due fronti, all’estero e al proprio interno”. Il fronte del Pd alle prossime elezioni europee secondo l’ex premier “dovrà essere quello di confermarsi primo partito dell’opposizione. E per raggiungere quel risultato, dovrà cercare di tenere a bada le differenze interne che, così come succede nei vari partiti, si vorranno misurare e pesare con le urne. Ho letto Orlando che ha definito il Pd un meccanismo arrugginito. A me sembra più un insieme di tanti ingranaggi che non sempre si muovono per un obbettivo comune”.