“Il nostro è un mondo in guerra, che fabbrica armi e non le distrugge. Si riarma e non si disarma. Distrugge la vita e le case. Rinuncia a esercitare la via del dialogo e la giustizia. Ci sono pochi messaggeri di pace, pochi pochi. Perché il nostro mondo giudica come una sconfitta il dialogo e così invece del disarmo, si riarma. Coltiva quella forza che come sempre finisce per essere distruttiva per chi la usa e per chi la subisce. Quanti cuori sono troppi armati e anche in tanti cuori armati, niente tregua. Qualcuno per anni, decenni di odio verso qualcuno. Capaci di vedere solo il negativo, interessati a vedere solo ciò che divide e spesso increduli a quello che può unire”. E’ un passaggio dell’omelia del cardinale Matteo Zuppi, nella messa del giorno di Natale nella cattedrale di San Pietro a Bologna. Un forte appello alla pace e a liberare il mondo dall’odio. “Quante parole dette contro il prossimo, telematiche o urlate. O anche quell’odio che si esprime con l’indifferenza. Tutte parole che non sono mai senza frutto, perché colpiscono, spengono la vita, producono altro odio, aumentano la notte. Odio che viene coltivato con colpevole ignoranza e a volte solo per fare audience, quasi fosse reazione legittimata dalla storia e dalle paure. L’odio tradisce anche la memoria, perché non ci ricordiamo altro che l’ingiustizia e questo ci fa sentire vittime”, ha detto. “Questo Natale – ha ribadito – ci chiede di fare pace, di iniziare dal combattere l’odio che la consuma, qualche volta proprio la corrode. Fare pace inizia da noi, disarmando il cuore, la mente e le mani. Smettendo di scherzare con le parole, combattendo la violenza, qualsiasi. Non dovremmo tollerare parole dure, che fanno male. Non dovremmo tollerare l’ignoranza. Smettiamo di polarizzarci pensando di aver capito tutto e finendo per non conoscere niente”.