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17 Novembre 2024

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Il tema delicato e complesso dei “social”

di Luigi Mazzella

La “foto di gruppo” non equivale in senso proprio a un “ritratto di famiglia” ma sottolinea comunque una “vicinanza” di sentimenti, di ritenute affinità tra le persone che compaiono nel ritratto.
Oggi, secondo il sistema mass-mediatico tradizionale (stampa e radiotelevisione) in una foto di gruppo che avesse a centro Benjamin Netanyahu e Volodymir Zelensky figurerebbero tutti i rappresentanti del popolo italiano da Giorgia Meloni a Elly Schlein, da Carlo Calenda a Matteo Renzi e a Conte (Giuseppi secondo il nome datogli da Trump per sottolineare il suo doppiogiochismo apparentemente “contro” ma sostanzialmente “filo” statunitense) che, per confermare la sua ambiguità e per nascondere la sua piena convinzione nell’adesione all’evento, con buona probabilità, fingerebbe di essere distratto al momento dello scatto.
A contestare l’idea che tutti gli Italiani condividano le “affinità elettive” con Israele e Ucraina avvertite dai loro rappresentanti al Governo e al Parlamento vi sono i social.
Su essi è possibile ascoltare voci che non condividono e considerano di stampo nazi-fascista le imprese criminali di Netanyahu; non si esaltano, se non in minoranze ormai circoscritte, nel dare la preferenza all’uno o all’altro degli assolutismi fideistici delle tre religioni mediorientali, avendone scoperta per l’ennesima volta la natura comune, rissosa e bellicista (per effetto dell’ordine, ritenuto “divino”, di dovere annientare gli “infedeli”).
Essi, pur con tutti i limiti e gli inconvenienti denunciati non solo dal mainstream dei mass-media cartacei e radiotelevisivi, pilotati dai poteri ufficiali, ma anche da chi si augurerebbe una maggiore razionalità e autocontrollo nell’uso di reels, storie e post (oltre che una più rigorosa autodisciplina nelle invettive, spesso inutilmente offensive e ingiuriose) rappresentano l’unica possibilità di cogliere un pensiero critico dell’attuale cosiddetta “cultura” occidentale fatta di ipocrisie e di inni a falsi e ormai del tutto inesistenti “valori”.
Solo grazie ai social, infatti, abbiamo potuto capire, che non tutti i nostri connazionali continuano ad avere fiducia dell’informazione della cosiddetta democrazia occidentale, e a sposare acriticamente le versioni che sono imposte dagli statunitensi agli uomini politici italiani di tutti gli schieramenti, nessuno escluso.
Sono tanti gli Italiani che si apprestano a far crescere il numero degli scontenti mostrando intolleranza per l’ombrello grondante di sangue che i cosiddetti “Alleati” sostengono di offrirci per il nostro riparo.

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