Per consentire e ridurre i rischi legati alla propria transizione energetica, il trasporto marittimo non può agire da solo, e necessita del sostegno dei governi per poter operare in un contesto normativo adeguato. È per questo che oltre 300 leader – rappresentanti dell’intera catena del valore energetico-marittima provenienti da più di 30 paesi – si sono riuniti lo scorso 10 dicembre al vertice Shaping the Future of Shipping: Delivering a Net Zero World. Organizzata da una coalizione di importanti organismi del settore marittimo e coordinata dall’International Chamber of Shipping (ICS) in collaborazione con la Emirates Shipping Association, questa iniziativa di settore è stata l’evento di punta dello shipping durante la COP28 di Dubai, e ha riunito oltre 60 organizzazioni per discutere soluzioni tangibili che permettano di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione recentemente fissati dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).
“La decarbonizzazione è più grande di qualsiasi settore o governo, ma è chiaro che per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi climatici, il mondo avrà bisogno del trasporto marittimo”, ha affermato il Presidente dell’ICS Emanuele Grimaldi nel suo discorso di apertura al vertice. Ha poi ricordato l’importanza dei precedenti summit Shaping the Future of Shipping alla COP26 e alla COP27: l’evento inaugurale è culminato con l’istituzione della Maritime Just Transition Taskforce a sostegno dei marittimi nella transizione energetica, mentre la conferenza del 2022 ha portato al lancio dell’iniziativa Clean Energy Marine Hubs, volta a catalizzare e sostenere l’allineamento degli sforzi lungo la catena del valore energetico-marittima.
“La scorsa estate l’IMO ha concordato la sua strategia riveduta di riduzione delle emissioni di gas serra, basandosi sull’ambizione del trasporto marittimo di raggiungere il net zero ‘entro o intorno al’ 2050”, ha affermato Grimaldi. “Quest’ultimo sviluppo può essere visto come un Memorandum of Understanding tra gli Stati membri per raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2030, 2040 e 2050. Ora non c’è tempo da perdere. Gli Stati membri devono concordare urgentemente un processo che contribuisca a raggiungere questo obiettivo. Gli eventi meteorologici estremi degli ultimi anni devono spingerci a fare i conti con la realtà. Se non agiamo ora, l’impatto delle emissioni di carbonio sul mondo intero non potrà che peggiorare”.