Il socialista Impertinente
L’azione della Corte dei Conti sulla Regione Campania, e contro la Giunta e contro il Consiglio, sembra essere caratterizzata, alcune volte, da un pregiudizio di fondo contro la classe dirigente. Troppo spesso capita che azioni di controllo si trasformino, con la complicità della solita stampa, in polveroni mediatici. Troppo spesso il personale in servizio presso il Consiglio regionale viene preso di mira, quasi diventi una colpa frequentare quel palazzo.
L’ultima vicenda, un danno erariale da quasi 3,7 milioni di euro, è l’ennesimo colpo ai consiglieri regionali ed a quanti, a diverso titolo, si dedicano alla cosa pubblica.
Secondo la ricostruzione dei magistrati contabili e dei finanzieri, attraverso delibere adottate tra il 2019 e il 2021, consiglieri regionali e dirigenti avrebbero erogato ai cosiddetti coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e ai responsabili di segreteria delle commissioni consiliari un illecito trattamento economico.
L’idea punitiva, e poche volte di cooperazione o di preventiva collaborazione, ha l’effetto di scoraggiare l’impegno nella ‘cosa pubblica’ delle migliori energie, rischia di scoraggiare i processi decisionali, di consegnare le classi dirigenti alla ferocia della opinione pubblica. La sintesi degli stipendi d’oro è pericolosa e fuorviante. Lontana dalla realtà.
È benzina sul fuoco del populismo, dell’antipolitica militante. Sintesi così, probabilmente lontane dai fatti e con conclusioni avventate e senza un approfondimento nelle sedi opportune, dovrebbero indignare, innanzitutto quelli che indagano. Loro per primi dovrebbero indignarsi per alcune semplificazioni della stampa, loro per primi dovrebbero invitare alla prudenza.
Il silenzio e la complicità con le letture della stampa più scandalistiche non mettono fiducia.
Si ha l’impressione che i politici vadano colpiti a prescindere, si ha l’impressione che si voglia limitare l’autonomia legislativa e decisionale che è e deve essere della politica.
Non aiuta questa narrazione e non aiuta il feeling con certa stampa che, abbandonando la lettura critica, fa sponda a prescindere, cassa di risonanza di scandali tutti da provare.
Atteso il desiderio di salvaguardare, di fatto, la tenuta dei conti pubblici e la buona spesa, riconosciuta la serietà di gran parte della magistratura contabile, sarebbe il tempo di aumentare le azioni di intesa preventiva sulle cose da fare e ridurre queste azioni post che creano più pasticci che soluzioni, che delegittimano la politica e, dunque, la democrazia.
Serve un’azione diversa. Tocca intervenire su una legislazione che è castrante per la politica, tocca mettere la Corte dei Conti nelle condizioni di collaborare, tocca fare affidamento sul buonsenso dei magistrati.