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Il 18 agosto scorso, giorno in cui Luciano Spalletti è diventato Ct della Nazionale, lo sguardo era già rivolto qui, a EURO 2024: prima una qualificazione da conquistare (e accadde proprio in Germania, a Leverkusen, contro l’Ucraina), poi un titolo da difendere. Si parte da Dortmund e dall’Albania, squadra che l’Italia e Spalletti conoscono molto bene, per essere composta da tanti calciatori che militano nella nostra Serie A. E anche per Spalletti, che di partite così da allenatore di club ne ha vissute chissà quante, questa sarà un’emozione nuova. “Ma più si avvicina la partita e più l’emozione che porta tensione si trasforma in emozione che porta felicità – le sue parole -. Non un’emozione tossica, ma un’emozione splendida. Giochiamo contro calciatori che conoscono benissimo il nostro calcio, gente che sa giocare benissimo, e Sylvinho è stato bravo a creare questa squadra. Sarà una partita tosta”.
Dopo due settimane di lavoro, e dopo due amichevoli contro Turchia e Bosnia, è arrivato il momento di mettere in campo tutto quello che si è provato. “Ci sono risultati di alcune partite che sono il contrario di come avrebbe voluto lo sviluppo della gara – ha spiegato Spalletti -. Quello di essere sempre una squadra e far vedere lo stesso calcio diventa importante: sono convinto che la nostra squadra farà capire ciò che vuole fare. Quando si ha a disposizione così poco tempo, ma quando si ha a che fare con questa serietà, il tuo lavoro diventa anche più corretto di quello che si fa con un club. Ho visto i ragazzi attentissimi, eseguire subito quello che gli viene richiesto. Saremo proprio quelli che vogliamo essere in campo”.
Una squadra che sarà trascinata, al BVB Stadion o dall’Italia, da un popolo intero: “Non chiediamo ai 60 milioni di italiani di tifare per noi, ma proprio di essere sul rettangolo di gioco con noi. Siamo protagonisti del sogno di ogni italiano che usciva con il pallone sotto il braccio e tornava con la maglia bagnata di sudore e con le ginocchia spaccate. Noi per i nostri connazionali siamo degli eroi, dei giganti, che non possono non mettere tutto dentro la partita. Questo significa crearsi anche una scocca: i giganti e gli eroi non hanno timore di andarsi a giocare una partita di calcio”.
Si passa poi alle indicazioni che arrivano dal campo: la più importante riguarda Nicolò Barella, che ieri ha effettuato per intero la seduta di allenamento sul campo dell’Hemberg Stadion Nord di Iserlohn. “Si ascoltano le sensazioni e quelli dei medici. I calciatori vogliono sempre giocare, ma a ieri sera tutto lascia prevedere che sia a disposizione”. Da Spalletti parole di fiducia anche nei confronti di Gianluca Scamacca (“Un giocatore completo, sa fare veramente tutto. Devo solo confrontare la sua performance in base a quella degli altri”) e di due difensori emergenti come Buongiorno e Calafiori: “Hanno la stoffa di quelli che vogliono arrivare a livello top”. L’Italia sta lavorando contemporaneamente su diversi sistemi di gioco: dalla difesa a quattro a quella a tre. “Si può decidere di giocare a tre ma essere più offensivi di quando si gioca a quattro – la risposta del Ct -, così come abbiamo i giocatori per un modulo a due punte: conta l’atteggiamento. Se riesci a gestire la partita in un certo modo, comandi te in base alle posizioni che vai ad assumere”.