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24 Novembre 2024

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Il caso Alfieri e gli anni novanta che hanno insegnato nulla..

Nulla da fare, la storia insegna nulla e si sa. Qualcuno la ricorda a cazzo, scusate il francesismo, e si sa anche questo ma fa male. 

In questi giorni a Salerno qualcuno per giustificare interrogazioni parlamentari e clima da inquisizione dice e scrive “è dagli anni novanta che non si vedevano vertici delle Istituzioni in carcere”.

In quegli anni, per ricordarlo a chi ha poca memoria o ricorda male, una violenta azione giudiziaria decapitò i vertici del Comune di Salerno, la misura cautelare in carcere divenne, nella opinione pubblica, condanna preventiva. 

Ci vollero anni per smontare i teoremi giudiziari, per denunciare l’uso disinvolto e folle delle misure cautelari e per bollare quelle vicende come operazioni ‘ideologiche’, strumentali, senza senso insomma.

Ci vollero anni per restituire dignità ai protagonisti di quella storia, altri decenni non sono bastati a recuperare percorsi politici o a far superare dolori e drammi. 

Chi, parlando della vicenda Alfieri, ricorda (male) quegli anni dimostra di aver capito nulla, imparato poco.

Sono proprio quelle storie che dovrebbero, oggi, suggerire prudenza, ‘insegnare il garantismo’. Sono quelle storie ‘salernitane’ degli anni novanta che dovrebbero ricordare che compito della politica, prima di ogni cosa, è rispettare le persone. 

Invocare oggi, rispetto ad un’azione giudiziaria l’intervento del Governo, con una logica punitiva o peggio di vendetta, è barbarie. Sono già, è questa l’impressione che si ha, smontate alcune garanzie.

E’barbarie, ancora, chiedere le dimissioni prima dei tre gradi di giudizio. E’ delegittimare la politica, abbattere lo Stato di diritto, è consentire ai magistrati di superare la volontà popolare, di sostituirsi al corpo elettorale. 

Chi lo fa dovrebbe ricordare le parole, di oggi, del Ministro Nordio. “Se la magistratura esonda dai suoi poteri allora deve intervenire la politica, perché’ la politica esprime la volontà popolare, la magistratura non può assumersi le prerogative che sono squisitamente ed essenzialmente della politica”.

Ecco, la politica recuperi il suo primato. Non faccia scegliere alla magistratura, non sia megafono delle scelte. Difenda la volontà popolare e discuta di temi.

Sulla vicenda Alfieri c’è tanto da poter dire senza entrare nelle questioni giudiziarie. 

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